
Il governatore Michele de Pascale
Modena, 12 giugno 2025 – "Dobbiamo dire la verità ai cittadini: il servizio sanitario è sotto attacco. Inoltre pesano gli errori del passato, anche sulla programmazione dei professionisti. Siamo in difficoltà, ma vogliamo reagire facendo le scelte giuste". Il presidente della Regione Michele de Pascale non usa mezzi termini nel descrivere una realtà complessa, anche nella giornata in cui si celebra l’apertura di un nuovo polo di cura territoriale, su cui peraltro dà un giudizio positivo. "Questa è la risposta principale che possiamo mettere in campo per garantire la tenuta del sistema, sgravando gli ospedali e la rete specialistica".
Insomma, la rete di Case della comunità va potenziata. E Modena sta facendo la sua parte. Ma c’è un discorso più generale. "Non possiamo dire sempre sì a qualsiasi tipo di prestazione, bisogna essere appropriati per garantire il livello dei servizi. Il tutto a tutti non era sostenibile in tempi normali, figuriamoci ora che a livello nazionale si è fatta la scelta politica di definanziare la sanità". Intanto mancano i medici e gli infermieri se ne vanno. Che fare? "Le scelte di cinque anni fa sul numero chiuso dovrebbero avere un effetto positivo a breve, con l’immissione nel sistema di un numero di medici significativo. Quindi mi auguro che si possano colmare le carenze. Restano i problemi in alcune specialità: la tendenza all’esodo riguarda in particolare i servizi di emergenza e urgenza. Serve un provvedimento generale che aumenti i livelli retributivi".
Ma non è finita qui. "L’altro giorno una trasmissione tv ha fatto vedere i dati di molte regioni – l’Emilia Romagna non era tra queste – in cui si utilizzano in maniera cospicua i medici a gettone. Il meccanismo è semplice: c’è richiesta di specialisti, alcuni medici si licenziano e vanno a lavorare come liberi professionisti. Così vengono pagati il triplo o il quadruplo rispetto ai colleghi che operano nei servizi ospedalieri: è inaccettabile. Bisogna vietare questa pratica, ma allo stesso tempo aumentare le retribuzioni".
Quanto agli infermieri, "il problema è diverso: scappano all’estero in 5000 ogni anno. Se non si adotta un provvedimento strutturale, riconoscendo la dignità di una professione che va adeguatamente retribuita, l’emorragia è destinata a continuare". In una situazione del genere la Regione ha margini di intervento? "Può fare qualcosa, stiamo studiando un provvedimento che darà un segnale in busta paga alle professioni infermieristiche. Ma non è certo risolutivo". Tirando le somme, "c’è una sfida da far tremare i polsi: garantire in maniera universalistica una risposta di salute, spendendo di più mentre le risorse calano e la popolazione invecchia".
Guardando al futuro, de Pascale è esplicito: "Dobbiamo metterci tutti in discussione, anche rimodulando i servizi". Il discorso riguarda da vicino Modena: "Si dovrà aprire una riflessione tra i due grandi ospedali della città". Il presidente non va oltre, ma il senso sembra chiaro: più integrazione e meno competizione tra Policlinico e Baggiovara. C’è da scommettere che non sarà una partita semplice.
Eugenio Tangerini