Il ’tema dei fiori’ di Paladino alla galleria Mazzoli

Inaugura oggi la personale in via Nazario Sauro, una vera e propria esplosione di colori e forme su tela

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"Lavoro con Mimmo Paladino dal 1978 – introduceva così i suoi ospiti ieri il gallerista Emilio Mazzoli nella storica galleria di via Nazario Sauro – e per caso di recente sono passato nello studio di Mimmo. Ho visto queste opere che stava facendo, mi sono piaciute tantissimo perché sono dei capolavori. E ora sono esposte qua da me".

Da oggi nello spazio dove tra fine anni ’70 e primissimi anni ’80 sono nate la Transavanguardia e dove ha esposto per la prima volta in Europa Jean Michel Basquiat è visitabile da oggi la mostra personale ’Mimmo Paladino. Il tema dei fiori’, una vera e propria esplosione di colori su tele di varie dimensioni. Molte, le più interessanti, di grande formato con veri e propri ’innesti’ di ulteriori piccole tele oltre a fogli dipinti incollati. Paladino, artista nato a Paduli, Salerno, nel 1948, è del resto un habitué in città. Proprio Mazzoli lo introdusse, giovanissimo, qui a Modena nella galleria dove debuttò nel 1980 con la rassegna ’En de re’ cui seguirono la personale del 1992 e altre rassegne nel ’93-’94, 2012 e 2014. Ma Paladino, autore anche di un magnifico Cavallo sempre di Mazzoli che per anni è rimasto esposto a fianco della ex Manifattura Tabacchi, in città è presente anche con una ’stanza’ dipinta del 1982 a Palazzo Santa Margherita. Non solo: anni fa ricoprì con un gigantesco ’telo’ anche la Ghirlandina durante un restauro, generando non poche polemiche nella parte conservatrice della città.

Tutto ciò per dire che ogni volta siamo davanti a un evento per l’attività espositiva cittadina che non sempre brilla per eventi destinati a lasciare un segno tangibile. Nei saloni della galleria Mazzoli, dunque, si vede una trentina di lavori nei quali convivono pittura, scultura, incisione e disegno a raffigurare, in ampie campiture di colore, le celebri ’teste’ di uno dei principali nomi della Transavanguardia. Non mancano, qua e là, segni quasi primordiali, figure astratte e geometriche, insieme agli elementi floreali che danno il nome alla mostra.

Il catalogo che l’accompagna, al solito un evento librario numerato e stampato in poche copie per gli appassionati e non solo, contiene tutte le opere e un testo critico firmato da Lorenzo Madaro. Questi scrive che siamo davanti a "fiori che germogliano, fiori che si amalgamano a corpi antropomorfi arcani, fiori che persistono e fiori che si dissolvono". Da vedere.

Si può visitare la mostra ’Mimmo Paladino. Il tema dei fiori’ dal lunedì al sabato 9-13 e 16.19,30.

Stefano Luppi