MILENA SOCI
Cronaca

Immobile confiscato alla mafia. Il suo futuro deciso con i cittadini: "È un simbolo di giustizia sociale"

Via al percorso di comunità, tramite anche un questionario, per definirne l’utilizzo nel quartiere Sacca. L’assessora regionale Mazzoni: "Esempio virtuoso di partecipazione democratica". Coinvolte anche le scuole.

L’incontro che ha dato il via al percorso partecipativo alla Sacca per il riutilizzo del bene confiscato (Foto Corradini)

L’incontro che ha dato il via al percorso partecipativo alla Sacca per il riutilizzo del bene confiscato (Foto Corradini)

Con un evento aperto alla cittadinanza, ieri ha preso ufficialmente il via il percorso ’Sacca Partecipa. Nuovi spazi di legalità e socialità’, un progetto di collaborazione tra il Comune e i cittadini per definire insieme il futuro utilizzo di un immobile confiscato alla criminalità organizzata all’interno del centro commerciale Sacca, in via Anderlini 89/D. In seguito alla pubblicazione di un questionario sulla pagina istituzionale, che sarà possibile compilare fino a venerdì 11 aprile e attraverso il quale i cittadini hanno la possibilità di sottolineare le necessità del rione e indirizzare il futuro utilizzo dello spazio, l’amministrazione ha riunito i residenti alla scuola Marconi, per presentare l’iter e mostrare l’immobile, ma anche per informare la comunità sul tema della criminalità organizzata e la sua infiltrazione nel territorio regionale.

"Il procedimento di confisca dell’immobile di via Anderlini inizia nel 2011 e fa parte di un’indagine che coinvolge i Comuni di Modena e Nonantola – commenta Vittorio Ferraresi, assessore a Legalità e Antimafie – ora in accordo con la Regione inizia questo percorso che tenta di coinvolgere il più possibile la nostra comunità, attraverso ipotesi di gestione e proposte dirette. Vogliamo coinvolgere le scuole, invitando gli studenti a comprendere il tema e ad iscriversi al sondaggio online per contribuire alla sua riqualificazione. Bloccare le attività criminali e ridare questi luoghi alla cittadinanza è il modo migliore che abbiamo per colpire la criminalità, dobbiamo lavorare insieme per fare in modo che questo bene venga ’vissuto’ e diventi simbolo dell’antimafia".

Presenti all’evento anche il sindaco Massimo Mezzetti, Rosario Di Legami, avvocato e amministratore giudiziario del sequestro Aemilia, Giovanni Tizian, giornalista esperto di mafie, Elena Mazzoni, assessora regionale alla Legalità e Giovanni Gobbi, presidente del quartiere 2. "Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati – dichiara l’assessora Mazzoni – è lo strumento con cui intendiamo promuovere i valori della giustizia sociale, restituendo ai territori un patrimonio immobiliare riqualificato, trasformandolo in un’opportunità di sviluppo locale e un simbolo di legalità. Questo percorso rappresenta un esempio virtuoso di come la collaborazione tra le istituzioni e i cittadini possa produrre risultati concreti e significativi – afferma Elena Mazzoni – , è un momento importante per ricordare i valori della legalità e della partecipazione democratica. Il modello Sacca rappresenta proprio un esempio innovativo che rende protagonisti i cittadini e ascolta la loro voci. La Regione affianca gli enti locali da anni nel recupero dei beni confiscati ed è intervenuta su 34 beni immobili con un contributo di 7 milioni di euro, compreso quello di Modena su cui ha contribuito con 122mila euro a fronte di una spesa di 150mila euro".

Il percorso partecipativo proseguirà con un incontro il 12 aprile sempre alla scuola Marconi: saranno discusse le proposte avanzate dai cittadini.

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