"Imprese, dopo il 3 aprile interventi chiari"

Il presidente di Confindustria ceramica Savorani: "Necessario fare sintesi tra salute delle persone e sopravvivenza del lavoro"

"Il coronavirus ci sta creando gravissime perdite. La guerra in corso con questo nemico invisibile non l’abbiamo ancora vinta. Le perdite non sono distribuite omogeneamente: c’è chi perde la vita, chi le persone care, chi si ammala, chi perdendo il lavoro finisce in povertà. Pochi ne traggono vantaggio, non tutti in modo etico. Oggi siamo tutti uniti contro il coronavirus: domani, la distribuzione di sussidi, con possibili vantaggi ai ‘furbi’ o gravi perdite di reddito per le famiglie e le imprese, potrebbe generare conflitti fra di noi. Così, oltre ai danni diretti e gravissimi dovuti alla malattia, il coronavirus creerà anche un danno indiretto, attraverso la nostra mente, per le rivendicazioni dei danni subiti". Nella sua riflessione il presidente di Confindustria ceramica Giovanni Savorani traccia gli scenari con i quali a breve saremo chiamati a confrontarci.

Presidente, come si esce da questo incubo?

"Definendo, da adesso, un percorso razionale che metta assieme la salute con la salvaguardia del lavoro. Nessun paese industriale può sopportare una fermata drastica per troppo tempo, pena la scomparsa dell’attività e dell’occupazione. Come non se lo può permettere lo Stato, perché le risorse per sanità, ammortizzatori sociali, pensioni e scuole arrivano dalle attività economiche. Se teniamo chiuse le fabbriche il sistema imploderà".

Qual è oggi la situazione nelle ceramiche?

"La produzione è ferma. Per le spedizioni ho scritto due volte ai Prefetti, per consentire alle ceramiche di poter onorare gli ordini in portafoglio e salvaguardare le quote di mercato. Le Faq (le risposte alle domande più frequenti, ndr) sul sito del Governo confermano la possibilità di trasportare tutte le merci, senza limitazione di genere".

A proposito, proprio sulla logistica c’è molta confusione.

"Gli operatori dell’e-commerce internazionale consegnano qualsiasi tipo di prodotto: noi non possiamo reggere con piastrelle estere che continuano a circolare e quelle italiane no. Il principio della libera circolazione deve consentire a tutti di spedire, noi compresi!"

Come contemperare la salvaguardia della salute con la necessità di far ripartire l’attività economica?

"L’emergenza Covid ha portato a protocolli ministeriali che salvaguardano la salute dei lavoratori in produzione, negli uffici – dove da noi il lavoro agile ha raggiunto il 50% –, nella logistica e con gli autotrasportatori. Sono prescrizioni frutto di accordi tra governo, Confindustria, sindacati già applicate dalle imprese ceramiche, i cui layout aziendali consentono di rispettare le distanze. L’auspicio è di evitare che, per dirla con i Promessi Sposi, ‘il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune".

Il 3 aprile terminano gli effetti del decreto. Cosa succede dopo?

"Governo, Confindustria e sindacati definiscano interventi chiari per le settimane a venire, sviluppati con competenze – che nel nostro Paese non mancano – in grado di fare la sintesi tra la salute delle persone e la sopravvivenza del lavoro. Lo ha ricordato anche il Papa: stiamo affrontando la tempesta tutti seduti sulla stessa barca".

Gianpaolo Annese