"In discoteca senza ballare? Un’assurdità"

Paolo Buzzega (Silb): "Pensiamo piuttosto a locali riservati ai già vaccinati. Per gli altri usiamo protocolli che garantiscano la sicurezza"

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di Roberto Grimaldi

Almeno per ora, la regola stabilita dalla cabina di regìa del ministero della salute è la seguente: le discoteche potranno riaprire, ma non si potrà ballare. Il pericolo del contagio c’è ancora.

Difficile immaginare un locale nato e costruito per la danza, trasformato in un luogo dove sarà severamente vietato muoversi a ritmo.

La pensa così Paolo Buzzega, presidente provinciale di Silb-Confcommercio, il sindacato che associa le discoteche modenesi.

Buzzega, come vede questa nuova norma

"Come una presa in giro. E non voglio credere che sia questo il nostro destino".

In che senso?

"Non riesco nemmeno a immaginare a come si possa fare per far rispettare una simile assurdità in un locale da ballo".

Per la nostra provincia cosa comporterebbe?

"Per l’immediato non più di tanto. Da noi i locali all’aperto sono solo il 30% e lavorano prevalentmente a giugno. In luglio e in agosto la gente parte per le ferie. Il problema per i locali che rappresento sarà ad ottobre. E’ per allora che spero che tutto si sia risolto".

C’è una data in particolare che vi preoccupa?

"Sì, quella di Halloween. Se risuciamo ad essere aperti in presenza in quella data prendiamo un po’ di ossigeno, per cercare, nei mesi successivi, di sopravvivere".

Ci sono alternative all’apertura con divieto di ballo?

"Certo. La prima è riservare gli ingresso a persone vaccinate. Un buon 30% dei nostri locali propone ballo liscio o musica latino-americana. La clientela rientra nella fascia d’età già immunizzata. Basterebbe chiedere all’entrata il certificato di vaccinazione e si potrebbe aprire e ballare senza problemi".

E per chi non lo è?

"Abbiamo pensato anche a questo, ma non adesso, da mesi. Insieme al Comune abbiamo ideato un protocollo di sicurezza da proporre alla Regione. Non abbiamo mai ricevuto risposta".

Cosa prevedeva il protocollo?

"Nei nostri locali c’è già un ricambio d’aria completo ogni dieci minuti. Questo perché gli impianti sono stati progettati quando ancora nei locali si poteva fumare, eravamo obbligati ad organizzarci. La capienza potrebbe essere ridotta, si terrebbe la mascherina. Al’interno, si cercherebbe di evitare l’eccessiva concentrazione di persone in determinati spazi".

Eppure i colpevoli della ripresa dei contagi siete considerati voi

"Non capiamo perché. I picchi di infezione lo scorso anno si sono verificati con la riapertura delle scuole e con l’uso massiccio dei trasporti pubblici. E una grande responsabilità l’hanno avuto quelli che sono andati all’estero e si sono ammalati. Siamo noi gli untori perché fa comodo pensarla così, magari per coprire la mancata riorganizzazione dei trasporti".

A voi converrebbe una campagna di vaccinazione rivolta ai giovani

"Cosa non facile, perché un under 30 non ha la percezione del pericolo del contagio".

Allora che fare?

"Se a livello istituzionale ci coinvolgessero, noi sapremmo cosa fare. Potremmo partecipare ad una campagna in cui si promuove la vaccinazione e si invita al divertimento sicuro. Potremmo coinvolgere dj, musicisti, barman. Potrebbero fare da testimonial ad un movimento di opinione che sicuramente avrebbe effetti positivi. Ma purtroppo non veniamo mai interpellati, pur essendo parte in causa. E questo ci dispiace".