«In Ligabue i valori di mio padre»

Migration

di Maria Silvia Cabri

È Luciano Ligabue il vincitore del premio Pierangelo Bertoli, giunto alla VII edizione. La serata finale si svolgerà stasera alle 21 al Teatro Storchi di Modena che ha già registrato il sold out da giorni. A presentare il premio e la figure di Pierangelo, un suo grande fan e ‘conoscitore’: il figlio Alberto.

Alberto, come nasce il premio Pierangelo Bertoli?

«Nel 2012, durante una cena Riccardo Benini (direttore artistico del premio insieme allo stesso Alberto Bertoli, ndr) mi ha detto ‘tutti i grandi cantautori hanno un premio dedicato. Lo facciamo insieme anche per tuo padre?’. All’inizio ho tentennato. La linea di mercificazione del valore e dell’importanza di mio padre come uomo e come artista era sottile. Ma poi ho capito che glielo dovevamo».

Così nel 2013 è nato il premio Pierangelo Bertoli…

«La memoria di mio padre è molto alta, ha fatto moltissime cose che probabilmente avrebbero rischiato di finire nel ‘dimenticatoio’. Le canzoni di mio padre sono straordinariamente attuali. Oggi si parla tanto di ambiente: ‘Eppure soffia’ risale alla fine degli anni Sessanta e l’ha scritta per denunciare l’inquinamento derivante dalla vicinanza a casa sua di una fabbrica di ceramiche. C’è ancora tanto da scavare e scoprire nel suo repertorio».

Com’è strutturato il premio? «Sulla falsa riga della carriera di mio padre, che era cantautore e interprete. Per questo i nuovi cantautori per partecipare devono avere determinate caratteristiche: essere autori ma anche interpreti. Quindi dovranno presentare una loro canzone e, come seconda prova, interpretare un brano di mio padre».

Come funziona la giuria?

«Si sono iscritti oltre 200 persone da tutta Italia e il lavoro di scrematura è stato gigantesco e ‘doloroso’ visto che sono tutti bravi. La prima selezione ha individuato 24 cantautori che si sono poi sfidati nella semi finale live, da cui ne sono usciti otto vincenti, Questi, suddivisi in due gruppi da quattro ognuno, si sfideranno stasera e ne uscirà il vincitore». Ci sono anche le premiazioni ‘big’…

«Vincitore del premio Pierangelo Bertoli 2019 è Luciano Ligabue, scelto in base a determinati criteri come l’aver inciso un determinato numero di dischi e soprattutto l’essere portatore di certi valori, come lo era mio padre. Ci sono poi altri premi ‘tematici’: alla Pfm spetterà il premio Pierangelo Bertoli ‘Italia d’oro’, a Raphael Gualazzi il ‘A muso duro’ e a Enrico Nigiotti il ‘Per dirti t’amo’».

Ligabue ha avuto un rapporto molto intenso con Pierangelo «Era la fine degli anni Ottanta: mio padre aveva immediatamente capito il suo talento. Per questo lo ha presentato a tutte le case discografiche perché lo producessero. Ma nessuno accoglieva la sua richiesta, così è stato mio padre ad incidere per primo due sue canzoni, ‘Sogni di rock ‘n’ roll’ e ‘Figlio di un cane’ e voleva andare con lui a Sanremo a cantare ‘Non è tempo per noi’. Poi ha dato un assegno di 40 milioni di lire al suo manager per pagargli il primo disco: alla fine non sono l’ha prodotto ma ha anche restituito la somma a mio padre!».

Cosa significa per voi la sua vittoria?

«Siamo molto contenti, per noi ha un forte valore simbolico. Abbiamo aspettato la VII edizione per presentare il suo nominativo alla giuria, volevamo che il premio si consolidasse e che lui lo potesse percepire come un riconoscimento».

Lei ha intrapreso la stessa carriera di suo padre…

«A maggio è uscito il mio ultimo disco, ‘Stelle’, e oggi esce il nuovo video del singolo ‘Se solo noi’. Stiamo portando l’album in giro per tutta Italia; certo mi dispiace non avere l’attenzione mediatica di televisione e radio, mi piacerebbe avere più opportunità, però per fortuna ci sono canali come Spotify, Youtube».