REDAZIONE MODENA

In piazza risuonano le campane. Rintocchi nell’ora delle scosse: "Per i bambini è la prima volta"

Cerimonia davanti alla comunità. Il sindaco: "Non tutto è ancora guarito" .

La cerimonia in piazza Corbelli a Concordia

La cerimonia in piazza Corbelli a Concordia

Alle 9, una comunità e ad un popolo di bambini e ragazzini, non ancora nati e che non conobbero la sofferenza di quei giorni, Concordia si è ritrovata ieri a celebrare il ricordo di quella tragedia di tredici anni fa sulla piazza della Repubblica, cuore del paese, dove guarda Palazzo Corbelli, il cui cantiere sta per concludere le opere di recupero. Davanti a quel luogo iconico, simbolo di una comunità secolare, sono risuonati i rintocchi delle campane dell’orologio, che sovrastano la storica sede municipale, abbandonata a seguito del terremoto.

L’orario scelto per risentire quel suono familiare ai più, ma sordo per tredici lunghi anni e che gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado ieri hanno udito per la prima volta, è quello coinciso con la prima violenta scossa di terremoto del 29 maggio 2012, una giornata che ha cambiato il volto della cittadina. Per Concordia l’eco di quelle campane è stato qualcosa di speciale, come un richiamo alla vita. Anziani con gli occhi lucidi per l’emozione si son ritrovati per celebrare quel momento tanto atteso. È stato per gli adulti un riappropriarsi del tempo perduto, un’evocazione del passato, ma anche il segno di una ripartenza, un incoraggiamento a reimmaginare un dopo, un dopo che allora era segnato dalla frustrazione, dallo sconforto e, per taluni, del dolore. Tante persone ieri hanno risposto all’invito dell’amministrazione per questo evento, che ha rappresentato il momento più suggestivo delle cerimonie commemorative, svoltesi ieri un po’ in tutti i Comuni della Bassa. Il suono di quelle campane a San Possidonio, come a Mirandola, a Cavezzo, a San Felice, a Medolla, dove si sono tenute altre commemorazioni non è arrivato, ma è stato come se, sul selciato di quella piazza, si fosse ritrovato tutto il popolo del cratere.

"Oggi davanti a questo cantiere che sta per diventare un palazzo restituito a tutta la comunità – ha concluso il suo intervento di saluto la sindaca di Concordia, Marika Menozzi – diciamo con fierezza, con coraggio e con determinazione che il cammino continua e continuerà insieme come sempre. Non tutto è ancora guarito. Le ferite nel tessuto urbano e sociale sono ancora visibili. La ricostruzione è quasi finita, ma la rivitalizzazione dei luoghi è una sfida che è cominciata da poco, perché Concordia ha ancora bisogno dello stesso spirito indomito, della stessa visione e della stessa solidarietà che dimostrò allora. E sappiamo bene quanto ci siano segni di disgregazione sociale, di allontanamento dalla vita pubblica e anche dal volontariato. Per questo, anche se il tempo passa, noi non dobbiamo dimenticare".

Poi, durante la giornata quelle campane suono tornate a rilasciare i loro rintocchi per una seconda, per una terza volta, ancora alle 12.55 e alle 13.00, in coincidenza con l’orario delle altre due violente scosse di quel giorno di tredici anni fa. E la sera la facciata del Palazzo Corbelli, illuminato fino a mezzanotte per l’occasione, è tornato a risplendere dei suoi colori, ridando un volto alla sua sagoma secentesca, che da dopo il terremoto era stata oscurata alla vista dalle impalcature e dal cantiere, per ora rimosse nella parte superiore, e che presto lo saranno definitivamente a partire dal 1° novembre giorno della Fiera d’Ognissanti, come la sindaca ha anticipato al presidente della Regione de Pascale, recatosi ieri a Concordia.

Alberto Greco