Modena, 17 aprile 2025 – Faticava a parlare, a descrivere ciò che aveva visto e che avrebbe preferito non dover vedere mai. Ieri mattina uno dei cittadini che ha soccorso la 65enne vittima di stupro a Tabina di Formigine si è commosso nel passare dinanzi al campo, luogo della tremenda aggressione sessuale.
Odio social contro la comunità di accoglienza del ragazzo arrestato
"Io sono passato poco dopo, intorno alle 11.20, quando accanto a lei c’erano già altre persone. Non ci sono parole per descrivere certe cose, fa male al cuore – afferma l’uomo con le lacrime agli occhi –. Abbiamo chiamato noi i soccorsi, eravamo in tre, in quattro forse. Lei era nel campo, a terra… ma non voglio dire di più. Come l’abbiamo trovata? Non voglio parlarne".

L’intera frazione di Tabina di Formigine era sconvolta ieri, sotto choc per una brutalità, una disumanità difficile da interpretare, da spiegare, da commentare. La vittima è molto conosciuta in paese ma anche il ragazzo, l’aggressore minorenne, era stato visto scorrazzare in bicicletta di tanto in tanto. Tutti ieri, dai commercianti ai residenti, hanno espresso la propria vicinanza alla 65enne e alla sua famiglia, travolti da una violenza che fa paura.
"Conosco bene quella realtà, in quella comunità avevo fatto l’obiettore a lungo – spiega Massimo Bondi, titolare del vicino bar e ristorante –. Questa cosa non doveva succedere; c’era anche in ballo la sagra dove avremmo voluto coinvolgere proprio i ragazzi ospiti della comunità. Ogni tanto vengono qua, per fare uno stage e si danno da fare. Sono bravi ragazzi ma il presunto aggressore, lo avevo incrociato un mesetto fa e mi ero reso conto che qualcosa, in lui, non andava. Stavo facendo una passeggiata con mia figlia ed ora, a pensare a quanto accaduto – commenta – mi vengono i brividi. So come lavorano in quella comunità, come si impegnano e sono stati sempre tutti disponibili, sia le tutor che i ragazzi. Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, siamo scossi, frastornati. Quello che so è che quel ragazzo, per svariati motivi che non elenco, non doveva essere neppure lì. Spero che si faccia luce sull’accaduto e alla signora, che ben conosco, va tutta la mia solidarietà".
Il tabaccaio, Luca Bondi si dice affranto, colpito duramente dall’accaduto. "Quando capitano queste cose non hai parole per esprimere ciò che provi: il marito lo conosco da una vita, è un caro amico e ancora non ho avuto la forza di chiamarlo. Cosa mai si può dire in circostanze simili? Con un tale dolore ... A poche centinaia di metri da qua, in via Tommaselli, è successo l’inferno".
"Mia moglie è terrorizzata, ora ha paura ad uscire – aggiunge Andrea Raggi –. Abitiamo a due passi e pensare che sotto casa nostra è capitata una cosa così brutale.. terrorizza". Ieri mattina non vi era un locale, una strada, un angolo della frazione in cui non si accennasse alla violenza, inaudita, subita dalla donna. Chi percorreva quel tratto tra i campi, dove la vittima è stata trascinata, picchiata, abusata, lo faceva in silenzio, attonito da quanto accaduto e rispettoso del dolore altrui.
"La vittima la vedevo tutti i giorni – afferma Marcela – abito qua vicino e la signora era solita fare la sua passeggiata in questo posto, accanto a casa ogni giorno. Sono scioccata ma non posso smettere di fare le mie passeggiate: sono attrezzata con lo spray al peperoncino e spero così di riuscire nel caso a difendermi. Non ho paura; non posso averla altrimenti la vita si ferma e non posso smettere di vivere la mia quotidianità".
Ieri sera a Magreta, era già previsto un incontro sul Controllo di vicinato: incredulità tra i presenti.