"Indaghiamo il futuro nell’Anno che verrà"

Peppe Servillo stasera a Mirandola con Girott e Mangalavite per l’omaggio al grande Lucio Dalla

Migration

di Maria Silvia Cabri

Un tributo ad un grande artista e al suo talento, da parte di tre musicisti di fama internazionale. Saranno Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite, a dare vita stasera al concerto ‘L’anno che verrà – Omaggio a Lucio Dalla’. L’appuntamento è alle 21.30 nel giardino ex Cassa di Risparmio in piazza Matteotti a Mirandola, nell’ambitodella stagione teatrale estiva dell’Auditorium Rita Levi Montalcini, curata da Ater Fondazione in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Servillo, come nasce questo progetto musicale?

"Io, Javier Girotto e Natalio Mangalavite collaboriamo da molti anni. Questo è il quarto progetto che realizziamo insieme, ma si differenzia dagli altri. Abbiamo sempre realizzato musica originale: questa, invece, è la prima volta che affrontiamo una rilettura di canzoni altrui. E’ un po’ una ‘sfida’ per noi, un metterci alla prova, anche se ‘mettersi alla prova’ con un artista del calibro di Lucio Dalla non è certo semplice!".

Perché proprio Lucio Dalla?

"Sono tante le ragioni. Innanzitutto, un omaggio ad uno dei maestri della musica italiana di tutti i tempi. Personalmente ho avuto la fortuna di conoscerlo, sia artisticamente che a livello umano. Ho lavorato con lui, e lui stesso alcune volte ci ha seguito nei concerti. La sua musica è stata molto formativa per me". Un tributo affettivo dunque? "Certo, ma non solo, vista la grandezza di Dalla, cui dedichiamo questo spettacolo che si pone come un ‘viaggio’ attraverso i suoi capolavori. Abbiamo considerato tutta la sua produzione, nelle sue varie fasi: porteremo in scena i brani più famosi così come quelli apparentemente ‘minori’ ma per noi di grande valore, e la stessa trilogia frutto della collaborazione con Roberto Roversi".

Com’è strutturato il concerto?

"Renderemo una piccola testimonianza del suo modo di pensare e di concepire il lavoro. Abbiamo scelto i brani con molta attenzione: le canzoni di Dalla si prestano bene ad una rilettura in chiave jazzistica e teatrale. Inoltre, abbiamo optato per una strumentazione più semplice per fare emergere ancora di più la qualità dei suoi testi e delle melodie".

Interpretare Dalla: cosa significa per lei?

"Confrontarmi con un grandissimo autore, musicalmente molto elevato. Aveva un timbro ‘popolare’, una grande tecnica e sapeva accompagnare la canzoni per valorizzarle, anche con uno spirito teatrale. Sapeva indagare il futuro con le sue canzoni da profeta, canzoni antiche come la terra, ma con dentro un motore che guarda il domani. Ha sempre intercettato il comune sentire traducendolo in forma poetica e popolare. Noi cercheremo di rileggere i suoi brani tenendo conto di tutto questo".

Perché ‘L’Anno che verrà’?

"Pensando all’anno che abbiamo passato ci sembrava il titolo più indicato, una canzone profetica che guarda al futuro e al tempo stesso è una dichiarazione d’affetto ad un amico, con una piccola, e voluta, drammaturgia. Concluderemo con ‘Felicità’, con cui è riuscito a narrare un futuro possibile".