Indagine sugli affidi illeciti, la procura chiede un anno e mezzo per Beatrice Benati

Tra gli imputati del caso reggiano, l’assistente sociale nata a Formigine

L’udienza preliminare di ‘Angeli e demoni’, la maxi-inchiesta di Reggio Emilia con 24 imputati, sta volgendo al termine. Nel procedimento aperto sui presunti affidi illeciti di bambini a opera dei servizi della Val d’Enza, ora in corso davanti al gup Dario De Luca, ieri è stata la volta della discussione delle parti sull’assistente sociale Beatrice Benati, 32enne nata a Formigine, l’unica ad aver chiesto il rito abbreviato insieme a Claudio Foti, psicologo del centro torinese ‘Hansel e Gretel’. Deve rispondere di due accuse, violenza privata tentata e consumata, relativa alla vicenda di una minorenne, allora di 17 anni e mezzo, in carico ai servizi sociali di Bibbiano, circostanze che sarebbere avvenute tra il dicembre 2018 e il gennaio 2019. Secondo l’accusa, avrebbe cercato di costringere la madre della ragazza a interrompere la sua relazione con un uomo – fatto a cui la donna si oppose – perché lui sarebbe stato interessato sessualmente alla figlia.

"Una mera supposizione non riscontrata", secondo il pm, "perché mancava una reale situazione di pericolo", ma l’operatrice avrebbe ventilato comunque di collocare la figlia in affido.

Poi Benati avrebbe anche minacciato di allontanare la minore.

All’esito della requisitoria, il pm Valentina Salvi ha domandato la condanna a un anno e mezzo, richiesta a cui si sono associate le parti civili. È seguita l’arringa dell’avvocato difensore Luigi Scarcella, durata due ore e mezzo, che ha chiesto l’assoluzione "perché il fatto non sussiste": "La mia assistita non ha mai rivolto alcuna minaccia, neppure implicita. Si è limitata a dare qualche consiglio".

a.c.