Tragedia in A14, una famiglia distrutta. "Andrea era un esempio per tutti noi"

Schianto al casello, inchiesta per duplice omicidio colposo. Il nipote: "Sconvolgente"

Il padre Andrea Giunta, 56 anni, morto insieme al figlio

Il padre Andrea Giunta, 56 anni, morto insieme al figlio

Modena, 17 agosto 2015 - «Amava tantissimo la sua famiglia e appena poteva tornava a casa. Era legato a noi e noi a lui e, se c’era bisogno, si faceva in quattro per tutti». E’ un dolore che non potrà mai essere descritto a parole quello provato dalla famiglia di Andrea e Michele Giunta, padre e figlio uccisi sabato, al casello autostradale di Ravenna, da un’auto impazzita. Michele, il nipote di Andrea, non sa darsi pace per quanto accaduto; per uno schianto improvviso e devastante. Una dinamica tanto terrificante quanto pazzesca, infatti, quella dell’incidente in cui sono rimasti uccisi Andrea Giunta, 56 anni e il figlio Michele, 18. La mamma, Maria Carmela Di Altiero, è invece ricoverata in prognosi riservata al Bufalini di Cesena, ma non corre pericolo di vita. Una vita, la sua, comunque distrutta dalla perdita, incolmabile, del marito e del figlio, coi quali, il primo agosto, aveva raggiunto il camping ‘Villaggio dei Pini’ di Punta Marina, dove la famiglia ha soggiornato fino al giorno di Ferragosto, quando si è messa in macchina per tornare in città.

«Finite le ferie», scriveva Andrea alle 12.54 del 15, poco prima di iniziare il viaggio, l’ultimo, sull’A14. Le immagini immortalate dalle telecamere parlano chiaro: l’Audi A3, condotta da un 21enne di Macerata con accanto l’amico 22enne, arriva a folle velocità a pochi metri dal casello, per poi finire contro il guard rail, lato sinistro e piombare, letteralmente e sino a ribaltarsi, sulla punto codotta dalla vittima. La fiat con a bordo la famiglia, ferma al varco autostradale per prendere il biglietto, non avrebbe mai avuto, neppure volendo, il tempo per spostarsi.

A causa del violentissimo urto, la fiat è finita a sua volta contro una Kia Sportage, con a bordo due coniugi di Asti, che hanno riportato lievi lesioni. Quando i soccorsi sono giunti sul posto, insieme alla polizia stradale e ai pompieri, per l’uomo e il figlio non c’era più nulla da fare. Feriti, ma non gravemente, anche i due giovani a bordo dell’auto, che pare non abbiano saputo trovare spiegazione a quanto accaduto. Il conducente, sottoposto all’alcol test, è risultato negativo e nei suoi confronti sono scattate le indagini per omicidio colposo. Ora si attendono gli esiti delle analisi tossicologiche. I due avevano trascorso la serata precedente e la giornata di Ferragosto tra locali del Riminese e Mirabilandia. Sulle salme delle vittime è stata disposta l’autopsia.

«Sono distrutto – scrive Michele, il nipote di Andrea –, lui era una persona stupenda, un gran lavoratore. A 18 anni si è trasferito dalla sua città, Caltanissetta, in Sicilia, a Modena, a lavorare in Fiat». Andrea e la moglie, infatti, erano entrambi dipendenti della Cnh e – conferma la Cgil – il 56enne era inscritto da anni al sindacato, nel quale era molto attivo. «Andrea era una persona disponibile con tutti – scrive ancora il nipote – appena poteva ci raggiungeva, era molto legato a tutti noi. Aveva una stupenda casa in montagna, frutto dei suoi sacrifici ed era un grande appassionato di fumetti». L’uomo ricorda con dolore anche il 18enne, che porta il suo nome. «Michele era un ragazzo dolcissimo, pieno di voglia di vivere, non vedeva l’ora di finire la scuola per andare a lavorare – racconta – avrebbe dovuto sostenere gli esami e invece... qualcuno non ha voluto». Ieri, nella palazzina dove da oltre vent’anni viveva la famiglia Giunta, in via Anfossi, il dolore e lo sconforto erano tangibili. «Era brava gente – commenta Alfonso Malerba – Andrea si dava un gran da fare anche per il condominio e tutti gli volevano bene. Era anche capo scala». Addolorata anche la vicina di casa, Maria Stella Pifferi: «Erano entrambi in cassa integrazione e ci scherzavano sopra. Erano una coppia molto unita, chissà perchè non hanno preso la Jeep».