«Infrastrutture, scontiamo un ritardo colossale»

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IL presidente di Confindustria ceramica Giovanni Savorani saluta l’apertura del Salone della ceramica per l’architettura e l’arredobagno al via da lunedì.

Presidente Savorani, quest’anno la fiera si svolgerà in una fase economica incerta, aleggia lo spettro della recessione in Europa.

«Per quanto ci riguarda viviamo una situazione di stabilità costante. Il vero problema del settore ceramico non è l’estero, ma il mercato interno, dimezzato rispetto al 2008. Occorrono misure di sostegno per l’edilizia e il potenziamento delle infrastrutture».

Quando parla di infrastrutture si riferisce alla Bretella.

«Anche alla Bretella. Fa piacere la volontà di procedere annunciato dalla ministra De Micheli, anche se abbiamo perso altri 12 mesi: un anno fa la Bretella l’avremmo potuta avere tra 48 mesi, adesso ce ne vorranno 60. Aspettiamo l’apertura dei cantieri. Bisogna considerare che i nostri competitor beneficiano di infrastrutture che hanno ricadute sui costi di produzione e quindi sui prezzi di vendita: un’eccessiva differenza di prezzi di vendita alla lunga può seriamente penalizzarci. Abbiamo accumulato colossali ritardi sui collegamenti viari, ferroviari e portuali».

Il convegno inaugurale verterà sulla centralità della salubrità e la salvaguardia ambientale. Lei si è espresso in varie occasioni in maniera molto critica sulle emission trading.

«Il comparto ceramico italiano ha raggiunto negli anni un livello di salvaguardia ambientale eccellente, chiedere ulteriori sacrifici significherebbe penalizzarne l’attività economica. Lo spiego con un esempio: se uno fa i 100 metri in 40 secondi, gli si può chiedere di risparmiarne 30 e farli in dieci secondi. Ma se un corridore ha già raggiunto un livello massimo è come chiedere a Bolt di risparmiare qualcosa sui dieci secondi, è difficile se non impossibile. Allo stesso modo se un settore ha già sviluppato il massimo come il nostro è difficile chiedergli di ridurre ulteriormente le emissioni. Finirà che tutto questo si trasformerà in una tassa e in una penalizzazione ulteriore sui mercati internazionali. Altrove infatti non hanno queste regole così rigide».

Gianpaolo Annese