
Eleonora Maccaferri e Davide Tollari sono partiti per un anno in Ecuador: si sono sposati nel 2021
«La scelta di partire – spiega Eleonora – non è stata improvvisata, ma è il frutto di diversi anni di coinvolgimento nelle attività proposte dal Centro Missionario diocesano. L’esperienza vissuta nel 2022 ci ha toccato nel profondo: in Amazzonia abbiamo incontrato una realtà che ci ha segnati e abbiamo capito che volevamo dedicarle più tempo. Il nostro desiderio non è fuggire o lasciarci alle spalle ciò che abbiamo qui, ma vivere un’esperienza che ci arricchisca e riportare questo stile nella nostra quotidianità».
I due missionari ci tengono a specificare che non sono partiti solo con l’idea di aiutare, ma soprattutto di mettersi in gioco, imparare e costruire relazioni autentiche. «Non sappiamo ancora quali saranno le nostre attività quotidiane – racconta Davide – ma saremo a disposizione dei padri missionari per dare il nostro contributo nel loro servizio di pastorale indigena accompagnandoli nell’incontro con le comunità. È importante sottolineare che il nostro approccio non è quello di partire per ‘salvare il mondo’, ma di vivere accanto alle persone del posto, condividendo la loro quotidianità. Inoltre, quest’estate accoglieremo i ragazzi che, proprio come è successo a noi tre anni fa, verranno a trascorrere qualche settimana in Ecuador per un’esperienza di missione».
Una scelta coraggiosa anche dal punto di vista lavorativo. Eleonora, impiegata come operatrice sociale in una cooperativa di Reggio, ha sospeso il lavoro. «Mi sono occupata di accoglienza per diversi anni e sono convinta che questa missione mi farà crescere non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto da quello umano».
Davide, ingegnere in Ferrari, si è licenziato per partire. «È stata una scelta difficile, ma abbiamo pensato che fosse il momento giusto per intraprendere quest’esperienza e non vivere di rimpianti in futuro. Licenziarmi non è stato semplice, ma in Ferrari ho trovato comprensione e parole di supporto, nonostante una scelta fuori dal comune. E chissà che questa partenza possa essere un ‘arrivederci’ e non un ‘addio’».
Oltre al contesto lavorativo, i due missionari hanno trovato piena solidarietà anche da parte di famiglie e amici. «Durante questi mesi ci siamo sentiti sempre accompagnati dalle nostre famiglie, che, al di là delle preoccupazioni e dello shock iniziale per la nostra scelta, ci hanno sempre sostenuti. Lo stesso vale per il Centro Missionario e per gli amici, che ci hanno fatto sentire tutto il loro affetto, nonostante la malinconia reciproca per lasciarsi nei prossimi mesi».
C’è una frase «che ci ha colpiti e che, forse, sintetizza al meglio la nostra decisione. È di padre Stephen, il missionario che ci accolse nel 2022: ‘In Amazzonia non avete bisogno di riempire l’agenda, ma di un tempo di contemplazione. La bellezza sta nei dettagli e i dettagli, per essere colti, hanno bisogno di tempo’».