Insegnante sospesa per adescamento di minore a Modena, Crepet: "La docente non merita comprensione: proteggiamo i ragazzi dagli approcci ’hot’"

Lo psichiatra sulla donna indagata : "Vogliamo che i giovani siano sempre più precoci, poi ci meravigliamo dell’interesse verso ciò che è proibito. Senza autorevolezza le scuole diventano ’balere di provincia’"

Paolo Crepet

Paolo Crepet

Modena, 26 gennaio 2023 – ”Mi preoccupa di più la superficialità del fatto in sé. Non c’è alcuna comprensione per l’insegnante dopo un gesto di questo genere, ma non ci si può meravigliare se un ragazzo di 16 anni esprime interessi, voglie e curiosità nei confronti di un comportamento sessuale o collateralmente sessuale da parte di una persona che immagino avrà il doppio dei suoi anni. Occorre spiegare ai ragazzi cosa è lecito e cosa non lo è, fare in modo che questi ragazzi possano difendersi. Ma è quello che davvero facciamo?". Lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet interviene sul caso della docente del Corni indagata per adescamento di minori, sottolineando come ciò su cui occorre concentrarsi siano gli effetti sull’età evolutiva di questi ragazzi.

Crepet, quali crede possano essere gli effetti di un comportamento simile da parte di un docente, se sarà confermato, su alunni adolescenti?

"Partiamo dal presupposto che un comportamento del genere non può essere giustificato in alcun modo. Non possiamo però condividere una cultura sempre più schizofrenica, pretendendo che le età siano sempre più precoci, per poi meravigliarci che questa precocità introduca interesse verso l’altro, verso ciò che è proibito. Ai miei tempi ci mettevamo i baffi per vedere i film proibiti ma la situazione, ora, è andata ben oltre".

Ieri alcuni genitori hanno confidato che in tanti hanno parlato della vicenda come di un fatto goliardico...

"Oggi una ragazzina a 13 anni va in discoteca e frequenta ragazzi di 20 anni, quindi vuol dire che a qualcuno va bene che frequenti quel mondo, pieno di ammiccamenti alla sessualità, se non di atti espliciti di sessualità. Se non la smettiamo di ‘drogare’ l’età dello sviluppo in modo che tutto sia assolutamente anteposto a qualsiasi ipotesi di maturità, dobbiamo poi accettare ciò che ne consegue. Riteniamo che gli atteggiamenti sessuali espliciti o meno espliciti siano ciò da cui dobbiamo proteggerli? Non è la scuola l’unico mondo che dobbiamo temere: ci sono i social e oggi è tutto molto più immediato. Ma è il mondo sempre più ‘fluido’ che vogliamo noi. Tutto dipende da ciò che c’è o non c’è a casa. Ecco perché questa notizia può essere interpretata da un genitore in molti modi: si va da una drammatizzazione assoluta e forse eccessiva fino ad una complicità da bar dello sport e dentro questo c’è l’orientamento culturale del genitore che vuole fare l’amico dei figli. Il genitore che si fa una risata quando il figlio torna alle 7 del mattino da chissà quale luogo di perdizione, che può essere anche una festa. A 13 anni la festa è fatta di alcol e non coca cola e aranciata, è chiaro che il gradino è quello: ne abbiamo saltati parecchi".

Quindi secondo lei i problemi da affrontare, oggi, dentro e fuori la scuola sono numerosi.

"Tutto questo va interpretato al di là della implicazione giuridica che avrà la vicenda. Il problema è un altro: guardiamo alla nostra reazione. Se sottovalutiamo la vicenda, le scuole diventano una balera di provincia dove le mani si allungano e le allusioni sono pratica corrente, dove l’autorevolezza è scomparsa. Ma è questa la scuola? Direi di no. Questo non ha capito l’insegnante: non solo commette un potenziale reato, ma va a degradare il luogo dove lavora. Ma di questo si ha coscienza tra genitori? Io non ne sarei così sicuro: mi pare più probabile che la reazione della risata sia quella più gettonata, rispecchi di più il ’mood’ di oggi, di un papà 40enne che dice ’va là’, con una battuta sessista. Oppure la mamma che forse ha una visione diversa, ma che poi lascia correre. Vedo questo, piuttosto che una sana reazione. Ci sono insegnanti che sono più o meno coetanei dei genitori: questa generazione, genitore o educatore, ha interpretato la scuola in modo diverso rispetto a quello che è stato e che dovrebbe essere: dove c’è l’autorevolezza di chi si siede in una cattedra e di chi in un banco. Io insegno e tu prendi appunti. Poi gli studenti vanno ascoltati, ma se è cambiato il modo di vivere degli adolescenti è perchè c’è un atteggiamento completamente diverso nei confronti del sesso e del rapporto adulto-ragazzo".