Frontiera intelligenza artificiale. "Così la nostra vita può migliorare"

Rita Cucchiara, professoressa di Unimore e coordinatrice del gruppo di esperti del ministero per la ricerca "Medicina, economia, consumi, diritti umani. Verso un futuro di sostenibilità, responsabilità e fiducia"

Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale

Modena, 4 ottobre 2021 - Rita Cucchiara, professoressa dell’università di Modena e Reggio Emilia, coordina il gruppo di esperti del ministero per il programma nazionale per la ricerca 2021-27 che si occupa di intelligenza artificiale (AI l’acronimo inglese) e dirige il laboratorio nazionale artificial intelligence and intelligent systems (AIIS) del consorzio interuniversitario nazionale per l’Informatica.

La professoressa di UnimoRe Rita Cucchiara
La professoressa di UnimoRe Rita Cucchiara

Professoressa, cosa l’ha spinta ad approfondire questa disciplina? "Sono sempre stata affascinata dal processo che porta il pensiero umano verso la macchina. La visione è il più immediato dei sensi, ma anche uno dei più complessi. Questo ha stimolato in me fin dal 1998 la voglia di approfondire e rendere computazionalmente realizzabili i processi cognitivi della visione in primis e del ragionamento in generale, da cui hanno preso le mosse gli studi sulla intelligenza artificiale. Modena è stata protagonista degli studi su AI ed è stata una delle prime università in Italia ad avere un corso di teoria e tecniche di elaborazione delle immagini a ingegneria informatica. Nel tempo abbiamo intrapreso collaborazioni con l’università di San Diego, negli Stati Uniti, sviluppato i primi algoritmi per il riconoscimento di persone in ambito di sorveglianza urbana, messi a disposizione con codice open source per tutti. Grazie a colleghi come Costantino Grana, Roberto Vezzani, Simone Calderara e i nuovi Elisa Ficarra e Lorenzo Baraldi, siamo stati accreditati come laboratorio della rete europea Ellis, che comprende le migliori istituzioni europee nel campo del machine learning e computer vision". Vi occupate di sorveglianza, sicurezza, automotive, perfino di beni culturali e neuroscienze. Ci vuole parlare di queste ricerche? "In realtà ci occupiamo di informatica e di intelligenza artificiale che ora si applica ovunque. Io seguo l’attività di vision and language e di human behavior understanding, cercando di trovare modelli di intelligenza comune tra dati multimediali e immagini. Calderara lavora sul riconoscimento delle persone e della sorveglianza (e sicurezza), applicando queste tecniche in ambito di sostenibilità ambientale e per sviluppare tecniche di gestione di dati satellitari ed epidemiologici per la predizione di focolai di malattia trasmissibili all’uomo da vettori di contagio. Grana segue le attività di medical imaging per l’analisi del melanoma, la classificazione automatica di immagini istologiche renali, l’analisi di volumi 3D per la quantificazione del tumore alla prostata e l’estrazione del canale alveolare inferiore per la chirurgia maxillo facciale, mentre Ficarra segue progetti di AI applicata alla bioinformatica e alla genetica. E Vezzani, infine, si occupa di applicazioni dell’AI all’analisi dell’interazione uomo macchina e uomo robot, sia in ambito sociale che in ambito industriale". Dove spingerete le ricerche? "Possiamo usare i termini della comunità europea: sostenibilità, responsabilità e fiducia. Sostenibilità significa portare la ricerca verso una tecnologia AI ad impatto zero sui consumi così da permettere sostenibilità economica alle aziende con cui lavoriamo e sostenibilità per la nostra vita. Responsabilità e fiducia sono le parole più evocate per l’AI del futuro. Per me questo significa progettare nuove tecnologie, sistemi informatici hardware e software capaci by-design di essere rispettosi della privacy, dei diritti umani e possibilmente orientati a limitare le fonti di bias, di errore ed inconsapevole pregiudizio nelle decisioni. Infine, fiducia vuol dire fiducia nel nostro lavoro e nel vivere assieme. Immagino l’AImageLab del futuro, il nostro laboratorio modenese, come il luogo in cui il confronto fa pulsare la ricerca e le idee di tutti trovano dignità e spazio".