di Valentina Reggiani "Tanti pazienti mi ritrovano, per lo più per un passa-parola e mi dicono che hanno fatto tanta fatica a sapere dove lavoravo. Mi nascondono? Non lo so ma il mio nome non compare... mi hanno assolto ma sono ancora ai margini della vita dell’ospedale". La professoressa Maria Grazia Modena, ex primario di cardiologia del Policlinico e assolta da tutti i reati dalla Corte di Cassazione a gennaio 2018 nell’ambito del processo sulle sperimentazioni abusive ipotizzate dalla procura e smentite dalla giustizia, in occasione della VII giornata nazionale della Salute della Donna celebrata qualche giorno fa non nasconde l’amarezza per la ‘scomparsa del suo nome’ nonostante la brillante attività e le iniziative portate avanti in questi anni anche in tema di violenza di genere. Professoressa, facciamo il punto sulla sua attività, oggi. "Tornata nel 2018 da una vicenda ben nota alla città, mi sono rimessa in gioco, condividendo con i dirigenti del Policlinico e il rettore, un progetto definito Pascia: programma assistenziale scompenso cardiaco dell’adulto, cardiopatie dell’infanzia e donne a rischio. Da un lato, con il mio gruppo (quasi esclusivamente femminile) mi occupo di pazienti che vengono inviati dai medici di medicina generale con sospetto scompenso cardiaco, in modalità di urgenza. Si fa la diagnosi, la terapia, se necessario li seguiamo in telemedicina: il futuro della sanità, l’unico mezzo per colmare il buco fra ospedali per acuti e medici di famiglia. Nel percorso pediatrico accedono bambini con sospetta cardiopatia; infine nel percorso ’inclusione delle minoranze’ visitiamo donne e immigrate ad alto rischio cardiovascolare, soggetti dello spettro autistico, con disabilità varie". Inoltre, professoressa, si dedica ad altre attività ma, nonostante ciò, afferma che pare sia stata quasi ‘dimenticata’. In occasione della giornata della salute della Donna ciò sarebbe emerso ancora di più... "Mi spiego con un esempio molto attuale: sul sito del PoliclinicoBaggiovara ...
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