"Io, in carcere 21 anni per un errore giudiziario"

"Dovetti lasciare mia moglie e i miei due figli. Provo ancora rabbia per aver subito questa ingiustizia"

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di Paolo Tomassone

"Passare in carcere 21 anni vuol dire alzarsi e fare le stesse identiche cose ogni giorno". Ma stare dietro le sbarre ingiustamente, perché un’intercettazione telefonica viene capita male e interpretata peggio, "è indescrivibile". La voce di Angelo Massaro, il diretto interessato, è calma ma trascina con sé il peso di una odissea umana, della solitudine e di tanto dolore.

Ad ascoltarla ci sono decine di studenti del corso di Diritto penale di Unimore. "Quando sono arrivati a carabinieri in casa ad arrestarmi c’erano mia moglie, il figlio primogenito di due anni e mezzo e l’altro di appena 45 giorni. Mi hanno tolto tutto. Ho perso il battesimo del più piccolo, i suoi pianti e le gioie, non ho potuto più accompagnare mio figlio all’asilo e non c’ero quando hanno avuto la febbre per la prima volta. Se ne sono andati anche gli amici". In cella solo due cose hanno aiutato Massaro a non impazzire: lo yoga e lo studio per preparare gli esami a Giurisprudenza. "Provavo tanta rabbia e forse è proprio la rabbia per aver subito questa ingiustizia che mi ha fatto andare avanti: a costo di litigare col mondo intero io dovevo arrivare a dimostrare la mia innocenza. Tutti in carcere dicono di essere innocenti, ma io sapevo di essere in grado di dimostrarlo". Angelo Massaro è anche il protagonista di ‘Peso morto’, un documentario che ripercorre i momenti chiave di questa sconvolgente storia, realizzato dai giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone fondatori di Errorigiudiziari.com e dal regista Francesco Del Grosso. Il video è stato presentato in anteprima mondiale a Milano il 18 settembre scorso, ha già vinto riconoscimenti prestigiosi: il Premio della Fondazione Libero Bizzarri, tra le più antiche e autorevoli rassegne sul documentario d’Italia; il primo premio della giuria tecnica e il primo premio della giuria popolare al Parma Film Festival; il premio alla migliore regia al Salento Finibus Terrae. La proiezione del documentario in aula è stata l’occasione per ricordare che negli ultimi trent’anni più di 30mila persone sono finite in carcere innocenti e per questo risarcite, al ritmo di una media di mille all’anno, per una spesa in indennizzi e risarcimenti colossale: "abbiamo già oltrepassato la soglia dei 900 milioni di euro, significa una media di circa 30 milioni di euro l’anno, per una spesa pari a 55 euro per ogni minuto che passa" raccontano Lattanzi e Maiomone. "Sto ancora aspettando le scuse di chi ha indagato su di me e di chi mi ha condannato solo per un’intercettazione telefonica" continua a ripetere Massaro agli studenti modenesi di Giurisprudenza che, incuriositi, lo riempiono di domande. "È importante raccontare la mia storia a questi giovani perché saranno i futuri magistrati e decideranno chi dovrà essere imputato in futuro".