"Io, unica donna tra i meccanici Ferrari"

Monica Zanetti verrà premiata a Las Vegas: era nel team che nell’87 costruiva la mitica F40: "I motori sono la mia passione"

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di Roberto Grimaldi

Un riconoscimento che arriva 35 anni dopo. Ma la soddisfazione è ugualmente grande. Monica Zanetti, a fine ottobre sarà a Las Vegas per ricevere il prestigioso "The Helene Awards". Motivazione: è stata l’unica donna che ha partecipato alla costruzione delle prime Ferrari F40, nel montaggio e nell’assemblaggio di tutte le parti di carrozzeria sia interne che esterne. Oggi fa parte del team della Scuderia Belle Epoque, a Corlo di Formigine, fondata da lei stessa insieme a Gemma Provenzano, e si occupa di restauro di vetture d’epoca.

Monica, da dove nasce la sua passione per i motori?

"In casa mia erano tutti meccanici della Ferrari. Mio zio lavorava nella squadra corse ed era lui che mi portava all’autodrmo di Modena a vedere le gare. Nacque in me una passione fortissime, che mi spinse ad iscrivermi alle scuole Ferrari di Maranello per diventare a mia volta meccanico. Un’esperienza che durò solo un anno".

Perché?

"Era il ’79, avevo 16 anni e l’ufficio personale della Ferrari venne a cercare un meccanico disponibile a lavorare alla carrozzeria. Me lo chiesero, accettati immediatamente".

Come veniva vista una donna in officina?

"Con sospetto. Non era per cattiveria da parte del colleghi, semplicemente altre ci avevano provato senza riuscirci. Sembrava che dicessero ‘eccone un’altra, farà la stessa fine di chi l’ha preceduta’. Invece, grazie alla passione e alla perseveranza, riuscii a guadagnarmi la fiducia di tutti".

Quando se ne accorse?

"Avevo imparato a destreggiarmi bene in tutte le stazione del montaggio della carrozzeria, tanto che dopo un po’ mi chiamavano il jolly: ero in grado di fare qualsiasi cosa, sostituivo anche colleghi in malattia. Avevo una buona manualità e sufficiente forza fisica. Oggi le officine sembrano salotti, allora non era proprio così, era un lavoro duro".

Quando approdò al team incaricato di costruire la F40?

"Venni chiamata grazie alla mia specializzazione nell’installare le portiere. Era il gennaio del 1987. Avevo un po’ di timore, anche perché ero abituata a lavorare sulla lamiera. Per quell’auto invece, per la prima volta veniva usato materiale composito. Ma andò tutto bene".

Incontrò mai Enzo Ferrari?

"Sì, mi capitò di entrare nel suo ufficio per portargli delle fotografie. Ero emozionatissima, non capivo più nulla. Ma lui fu genitilissimo. Mi chiese come mai vista la mia passione, non avevo mai chiesto di lavorare nei box della Formula Uno...".

Ci arrivò mai?

"No, allora per una donna era impossibile. Adesso è diverso, ci sono diverse ragazze ai box. E le guardo con un pizzico di rammarico, sarebbe stato il mio sogno... Ma è andata bene anche così. Il premio che riceverò a Las Vegas, insieme alla mia nuova scuderia, rappresenta una soddisfazione enorme".