Istriani, fuga e rinascita nel villaggio di Carpi

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Furono quasi 1.500 i profughi italiani che fuggirono da Istria e Dalmazia e furono accolti nel Villaggio San Marco allestito nell’ex campo di Fossoli a Carpi, dopo la fine della Seconda Guerra mondiale.

Le famiglie arrivate nel modenese furono una parte delle circa 250 mila persone che partirono tra il 1944 e la fine degli anni Cinquanta, dirette in 130 luoghi tra caserme, scuole come quella in via Caselle a Modena che ospitò diverse famiglie, conventi, ex campi di concentramento come quello di Fossoli o la risiera di San Saba a Trieste, ma anche oltreoceano, dal Canada al Venezuela.

Il Villaggio San Marco fu aperto il 7 giugno del 1954 e chiuso dopo 16 anni il 7 marzo del 1970. All’interno della struttura furono aperti negozi, uno studio medico, attività artigianali come la falegnameria e la tipografia gestiti dagli esuli stessi, poi la scuola, l’asilo e la chiesetta.

«All’inizio eravamo nelle baracche che avevano ospitato i prigionieri durante la guerra, poi sono state costruite le casette - racconta Fiorella Zaro, che si trasferì nel Villaggio nel 1955, assieme ai genitori e ai fratelli.

«Il Villaggio era bello, eravamo in tanti, andavamo a scuola e organizzavamo feste di compleanno tra noi ragazzi» racconta. Una comunità che si è autogovernata per quasi vent’anni. «Il direttore decise di aprire nel Villaggio una fabbrica di alici sotto sale e alcune donne lavoravano lì». Dopo lo smantellamento del Villaggio vennero costruiti a Carpi palazzine dove poter ospitare i profughi.

Silvia Saracino