CronacaIvonne Zoboli, chi era la donna morta investita da un autobus a Modena

Ivonne Zoboli, chi era la donna morta investita da un autobus a Modena

Il dolore di vicini e colleghi, la donna lascia la figlia e il compagno. Aveva sempre lavorato per i servizi educativi. "Sportiva e generosa, mancherà a tutti"

Modena, 18 maggio 2022 - E’ stata una cameriera del chiosco Elio la prima ad accorrere sul luogo dell’incidente ieri mattina poco dopo le 9. "Abbiamo messo una una tovaglia per coprire la scena straziante", spiega sottovoce la titolare, Gabriella Paolini. "C’era già un gran via vai di gente lungo viale Rimembranze a quell’ora. Altro non si poteva fare, si è capito subito". All’arrivo del 118, il medico ha constatato il decesso della donna investita dal bus, Ivonne Zoboli, 65 anni.

Muore investita dall'autobus
Muore investita dall'autobus

"L’autista era disperato. E’ stata una mattina terribile". La notizia della tragedia alle porte del centro storico si è diffusa in fretta. La donna era infatti molto conosciuta in città anche per il suo lavoro: era una dipendente comunale in pensione e aveva lavorato per anni al centro educativo Memo, per poi andare appunto in pensione anticipata per prendersi cura della madre anziana.

"Era una donna eccezionale – raccontano i vicini, affranti – Era stata per anni accanto alla madre, l’aveva accudita fino alla fine. Poi, da qualche tempo, non abitava più qui stabilmente". Ivonne, persa l’anziana madre, si era infatti trasferita da via Pagani a casa del compagno, sempre a Modena: "Ma tornava spesso qui, almeno una o due volte a settimana, per aprire la casa. Ogni volta era un piacere, si scambiavano delle chiacchiere, era una persona socievole, generosa, con tante amicizie. Le piaceva andare in vacanza, uscire la sera, era una donna molto sprint, sempre sportiva con le scarpe da ginnastica. Le piaceva molto camminare. Aveva tante amiche". Ivonne Zoboli aveva lavorato anche al Cdh (centro documentazione handicap) che poi confluì appunto in Memo. E prima ancora come educatrice nella scuola d’infanzia. Insomma, aveva trascorso una vita nei servizi educativi del Comune dove i colleghi la ricordano con stima e affetto.

La donna lascia una figlia, che abita fuori Modena, e il fratello Maurizio: "Era molto legata alla sua famiglia, al fratello e ai nipoti. Aveva accudito la mamma Silva per molto tempo con grande amore. Adorava la figlia Giulia, che abita fuori città", aggiungono gli amici. "Non riusciamo ancora a capacitarci di quanto accaduto, non ci sembra vero possa essere successa una cosa simile proprio a Ivonne". Il corpo della donna è stato portato all’istituto di medicina legale.

"Non possiamo dire che all’altezza di questo attraversamento pedonale ci siano stati altri incidenti – spiegano ancora dal bar Elio – ma sì, il fatto che qui ci sia la corsia dei bus è pericoloso. Non è questo il caso, ma spesso i pedoni attraversano il viale anche con il rosso. Oppure in diagonale, magari parlando al telefonino. Inoltre anche i parcheggi a spina di pesce che lambiscono la corsia preferenziale dei bus sono pericolosi, la gente scende dalla macchina e per pagare la sosta deve appunto attraversare la corsia del mezzi pubblici. Noi stessi quando scarichiamo la merce del bar dobbiamo avere mille occhi quando attraversiamo la strada. Anche la svolta a destra dei bus da via Cavedoni, col semaforo pedonale verde, è rischiosa, anche perché i mezzi alti, come le corriere, hanno una zona cieca, non visibile. Ieri forse ci si è messa anche la sfortuna, è stata una mattinata molto difficile per tutti", concludono.