L’idea alternativa al Gigetto: mezzi elettrici sui binari

La proposta dell’ingegnere Santi (Volt): "Più ecologici ed efficienti del treno"

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"Veicoli elettrici a guida autonoma sui binari al posto del Gigetto". Si apre il dibattito dopo la suggestione lanciata da alcuni cittadini sull’unificazione delle due stazioni sassolesi (per Modena e per Reggio), auspicando la realizzazione di un binario che senza soluzione di continuità colleghi Modena a Sassuolo, fino a Scandiano e Reggio. Il senso è favorire, come avevano detto i cittadini l’altro giorno, "una vera rivoluzione nella mobilità delle persone nelle nostre due province, è chiaro che unire le stazioni in sé non avrebbe valore, ma investendo in una prospettiva intercomunale vorrebbe dire cambiare la mobilità per un bacino di circa 400mila persone". A intervenire nel dibattito è Volt Modena, un movimento "paneuropeo e progressista". "Ci siamo sempre battuti – spiega il co-coordinatore Lorenzo Santi (foto a destra), ingegnere informatico – per migliorare il servizio pubblico e ridisegnare la città attorno ad esso, limitando così l’inquinamento dell’ambiente, flagello anche della nostra pianura Padana". A Modena hanno avanzato una proposta al sindaco Gian Carlo Muzzarelli proprio per il tratto ferroviario che attualmente collega Sassuolo e Modena, "percorso da un mezzo oltremodo costoso per la comunità, lento e tanto ridicolo da meritarsi il soprannome di ‘Gigetto’". L’alternativa avanzata consiste nella sostituzione del treno in questione con un progetto di nome Next, "già collaudato a Dubai (foto sotto) dall’azienda Next Future Transportation. Si tratterebbe di una serie di veicoli elettrici a guida autonoma, modulari e adattabili alle rotaie capaci di raggiungere rapidamente i 90 chilometri orari al massimo, senza impattare sul benessere del passeggero". Più veloce di un normale bus elettrico, proseguono da Volt, "è in grado di avere una efficienza di riempimento dei posti per i passeggeri pari al 75%, di molto superiore a quella di un normale taxi e paragonabile a un treno comune". Ogni modulo, prosegue l’ingegner Santi, "costa 150mila euro e può trasportare 10 passeggeri: naturalmente dietro vi è un’organizzazione informatica. A fine mese andremo a Padova a parlare coi referenti dell’azienda per avere un’idea precisa sul costo totale". Anche sul fronte infrastrutturale, "il binario, molto più leggero rispetto a una ferrovia, potrebbe attraversare le città. Sarebbe regolato da semafori e si fermerebbe giusto i secondi che servono per fluidificare il traffico stradale. Volendo a Sassuolo si potrebbe rinunciare anche al tunnel per collegare le due stazioni". La modalità di funzionamento prevede che ogni mini-van possa agganciarsi e sganciarsi dall’altro. Così da rendere flessibili e agili le partenze e le salite a bordo. "In più – conclude l’ingegnere – sono a batterie interscambio: ogni modulo può ricaricare l’altro mentre sono in corsa".

Gianpaolo Annese