"La capanna celtica l’ho restaurata da sola"

Pievepelago, la proprietaria Alessandra Minghelli: "E’ una costruzione settecentesca e stava crollando. Enti pubblici indifferenti"

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Dopo anni di vani appelli a enti ed istituzioni, i proprietari di una delle più interessanti Capanne Celtiche dell’Appennino se la sono restaurata da soli per evitarne il crollo, come accaduto ad altre simili. Si tratta della capanna in località Roncacci, con la tipica copertura in segale e portico di pietra, la cui struttura risale al 1772. Fu ristrutturata nel 1985 grazie all’Accademia dello Scoltenna, Forestale e Lyons Club del Frignano. A inizio anni 2000 tetto e copertura comportavano un decadimento e infiltrazioni che ne minavano la struttura. Trattandosi di una spesa ingente per il restauro, i proprietari chiesero aiuto a vari enti e lanciarono pubblici appelli, rimasti senza risposte concrete. Così l’attuale proprietaria Alessandra Minghelli ha deciso pian piano di sostenere tali spese per rifare tetto, grondaie e la copertura a paglia secondo le antiche tecniche costruttive, risistemando anche alcune peculiarità interne. "L’ho fatto con orgoglio - dice Alessandra – per evitarne il crollo. Sono rimasta delusa dal mancato interesse concreto di istituzioni pubbliche, spendendo tutta io una cifra consistente per il restauro effettuato da esperti del settore, mantenendo le vecchie caratteristiche. Ora vi raccoglierò testimonianze del passato e spero desti l’interesse di scolaresche ed escursionisti". Le capanne dette celtiche sono presenti solo nei territori di Doccia di Fiumalbo (una di queste è stata raffigurata su un francobollo di Poste Italiane nel 2014) e Casoni di Pievepelago. Alcune sono state ristrutturate e sono adesso delle stupende casette; altre sono crollate o stanno crollando dopo anni di abbandono. Lo segnalano abitanti della zona, tra cui Daniele Guerri (autore della foto) che ricorda: "Le Capanne Celtiche hanno peculiari tecniche costruttive, tetto a gradoni e copertura in paglia di segale, tipiche dell’Europa del Nord, che testimoniano come in tempi ormai remoti popolazioni da là provenienti si erano stabilite in queste zone. Le loro tecniche sono state tramandate nei secoli fino a noi. Poche sono state recuperate, la maggior parte ha subito negli ultimi decenni un rapidissimo degrado. Testimoni della nostra storia avrebbero meritato sorte migliore!". Il primo a studiarle ed imporle all’attenzione nazionale (vi è un riconoscimento del Ministero Beni Culturali) fu il compianto prof. Battista Minghelli di S.Andreapelago che negli anni ’80 scrisse profeticamente: "La capanna comunemente detta celtica rappresenta una ‘emergenza culturale’ particolare dell’alto Frignano e di poche altre zone del Nord Italia. Stanno morendo perché non corrispondono più ai bisogni attuali. Dove non intervengono i singoli proprietari con tempestivi rimedi, non si può sperare nella salvezza".

g. p.