
Messa in Cattedrale concelebrata dal vescovo con i sacerdoti. di Carpi (foto Catellani)
600 anni fa Bernardino da Siena fece risuonare la predicazione del nome di Gesù nelle nostre piazze, tra Carpi, Reggio e Modena. Aveva capito però che l’invocazione del nome di Gesù è inefficace se non si incarna in una vita nuova". Con queste parole il vescovo, monsignor Erio Castellucci, ha introdotto ieri pomeriggio in una gremita Cattedrale, l’omelia della solenne celebrazione per il Santo Patrono della Città e della Diocesi di Carpi, San Bernardino da Siena. La pioggia non ha fermato i fedeli, né la processione a piedi con il reliquario del Santo verso la Cattedrale, trasportato, dalla chiesa di San Bernardino da Siena, dai volontari dell’Unitalsi, con l’accompagnamento musicale del Corpo bandistico Città di Carpi. "La predicazione di San Bernardino nelle città – ha proseguito il vescovo – si intrecciava con un’opera di pacificazione tra famiglie e fazioni, con l’avvio di pratiche commerciali, amministrative e finanziarie giuste, con la lotta contro l’usura e, forte della sua preparazione giuridica, con la fondazione di un’etica del giusto profitto a servizio del bene comune". Il predicatore aveva inoltre compreso che l’invocazione del nome di Gesù "non è una formula magica da pronunciare con le labbra, ma è una relazione da vivere: chiedere ‘nel nome’ di Gesù significa amarlo e osservare i suoi comandamenti. Nel battesimo il nostro nome si è fuso con quello di Dio, che ci ha accolti nel suo ‘stato di famiglia’. Come ha detto Gesù ai discepoli, a noi: ‘I vostri nomi sono scritti nei cieli’. Proprio lì sono custoditi anche i nomi di chi non è mai stato annotato all’anagrafe, gli ‘invisibili’, che l’Unicef stima oggi in 150 milioni. San Bernardino – ha concluso – ci ottenga la gioia di imprimere nel nostro cuore il nome di Gesù, perché il nostro nome nel suo cuore c’è già, ed è scritto con inchiostro indelebile". Il vescovo ha concelebrato la messa con i sacerdoti della diocesi di Carpi: inoltre quest’anno, come segno del cammino di unificazione intrapreso dalle due diocesi, erano presenti anche numerosi sacerdoti dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, oltre a monsignor Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro. Presenti le istituzioni civili, tra cui i sindaci di Carpi, Soliera, Campogalliano, Novi, San Possidonio e anche un rappresentante per Mirandola, quelle militari, e molti esponenti dell’associazionismo locale. Al termine della celebrazione, la Commissione del Premio Mamma Nina ha reso noto il vincitore di questa edizione: il progetto ‘Passo dopo Passo’ dell’Anspi San Possidonio. Come ha spiegato Marina Colli, referente del Tavolo culturale del Patrono, "la Commissione ha riconosciuto in questa iniziativa un segno concreto di speranza, di fraternità e di impegno a favore degli ultimi. Il progetto si distingue, infatti, per il suo stile innovativo nell’accogliere mettendo i bambini al cento come seme di integrazione e futuro".