La danza incantata di Peer Gynt

L’opera di Ibsen con musiche di Grieg diventa un balletto: al Comunale stasera la prima italiana

La danza incantata di Peer Gynt

La danza incantata di Peer Gynt

di Stefano Marchetti

Peer Gynt fugge sempre... Fugge da una realtà di miseria e di difficoltà, fugge dal mondo, fugge anche da se stesso. Vive di sogni a occhi aperti. Henrik Ibsen (Skien, 20 marzo 1828 – Oslo, 23 maggio 1906), grande autore norvegese, scrisse "Peer Gynt" nel 1867 durante un viaggio in Italia, ispirandosi a una leggenda della tradizione popolare: creò un dramma in versi e inizialmente non aveva pensato a portarlo in scena, per cui trascorsero alcuni anni prima che nel 1876 questo suo lavoro diventasse uno spettacolo con le musiche di Edvard Grieg, fra cui la celeberrima suite "Il mattino" (che nei nostri anni è stata anche ‘fagocitata’ dai pubblicitari per la colonna sonora degli spot).

Visionaria e a tratti surreale, la storia di "Peer Gynt" (ben diversa dai famosi drammi di ambientazione borghese dello stesso Ibsen, come "Casa di bambola") ha ispirato anche il coreografo Edward Clug che per il Balletto Nazionale Sloveno di Maribor l’ha trasformata in uno spettacolo di scintillante fantasia. Lo vedremo, in prima italiana, stasera alle 20.30 al teatro Comunale Pavarotti Freni. Peer Gynt è figlio di un uomo che ha dilapidato le sue sostanze e se ne è andato. E così, in questa sua vita grama, il giovane Peer si perde a sognare mondi diversi, avventure mirabolanti, sensazioni forti: nella sua immaginazione la dimora fatiscente diventa un ricco palazzo, le scappatelle sono gesta eroiche, e il viaggio onirico si popola di demoni e di troll. Peer Gynt è stato considerato un personaggio che ha ancora tratti del Romanticismo ma già apre la via al Modernismo e anche a una visione filosofica metafisica. Vive un sogno di autoaffermazione e di autorealizzazione che travalica nel delirio, e soltanto l’amore di Solveig (che rappresenta la lealtà, la devozione) riuscirà a salvare la sua anima.

La creazione di Clug (con le scenografie di Marko Japelj e i costumi di Leo Kulaš) ci trasporta in questo mondo incantato, con tinte ironiche ed enigmatiche e anche divertenti trovate sceniche. Edward Clug, coreografo rumeno di fama internazionale, ha creato nel 2015 questo balletto che poi è stato ripreso anche nel 2018 per il Balletto di Stato di Vienna. Per il suo lavoro, il coreografo ha ricevuto numerosi premi internazionali: è stato anche nominato per il premio Benois de la Danse nel 2017 e il German Theater Prize Der Faust nel 2019.