ALBERTO GRECO
Cronaca

La festa tra i peruviani: "Da sempre attento a poveri e periferie"

Dalla volontaria Cueva a don Casadio, tanti evidenziano un passato tra la gente. Filo diretto con l’attuale rettore del seminario di Chiclayo: "Gioia nel cuore"

Filo diretto con l’attuale rettore del seminario di Chiclayo: "Gioia nel cuore"

Filo diretto con l’attuale rettore del seminario di Chiclayo: "Gioia nel cuore"

Modena, 10 maggio 2025 – La comunità peruviana che ha radici anche nel modenese accoglie con commozione l’elezione di Prevost, ora Papa Leone XIV, di cui tanti ricordano la sua lunga opera missionaria e pastorale nel paese sudamericano. "Prevost – spiega Elisabeth Cueva, origini peruviane, volontaria della associazione Curacari che si occupa delle persone non autosufficienti in stato di fragilità e migranti, tramite lo sportello d’ascolto della parrocchia San Giovanni Evangelista di Modena – ha trascorso decenni in Perù, prima come missionario e poi come vescovo di Chiclayo, tanto da acquisire la cittadinanza peruviana e diventare per molti uno di noi. E’ stata sicuramente una sorpresa, anche perché Papa Francesco era anch’egli sudamericano.

La sua elezione non è del tutto inaspettata, poiché negli ultimi anni si è assistito a un crescente riconoscimento del ruolo delle Chiese locali e delle periferie nel cattolicesimo globale.

La sua elezione rappresenta un segnale di apertura e attenzione verso le realtà latinoamericane e i popoli spesso ai margini, un segno che la Chiesa vuole continuare a essere universale e inclusiva, in continuità con Papa Francesco".

Conferma questa impressione anche don Filippo Casadio, oggi amministratore della parrocchia di Cognento, un passato tra il 2014 ed il 2016 come missionario laico in Perù, prima di avviarsi al sacerdozio. "Non ho avuto modo di conoscerne l’azione nel tempo trascorso in Perù, ma – dice don Filippo – ne ho sentito parlare molto da amici e contatti durante l’alluvione che ha colpito quel paese nel 2017, durante la quale l’allora vescovo Prevost si distinse nel sostegno alle popolazioni più povere". Tra i peruviani di Modena anche Oscar Guerrero, 20 anni trascorsi in Italia per lavoro, rientrato nel suo paese nel 2016, che periodicamente però ritorna a Modena dove risiedono i figli; racconta dell’entusiasmo avvertito tra la sua comunità cattolica in Perù per la designazione di Prevost a Papa. "E’ noto – dice Guerrero – per essere un religioso molto impegnato nel diffondere il Vangelo tra la povera gente, i lavoratori, gli insegnanti. Ha una cultura molto vasta e aperta. Tutti sono felici".

"Durante il suo ministero in Perù – aggiunge Elisabeth Cueva – Prevost è stato percepito come una figura di grande equilibrio e sensibilità sociale. La sua capacità di dialogo e il suo approccio pastorale lo hanno reso popolare tra i fedeli. È stato apprezzato per il suo impegno con le comunità rurali e per la vicinanza ai bisogni concreti della gente. In Perù lo ricordano soprattutto come un pastore più che come un politico: una guida spirituale umile, capace di dialogare e costruire ponti".

C’è anche un legame di solidarietà che collega in particolare Carpi al Perù, e precisamente alla diocesi di Chiclayo, quella in cui per otto anni è stato Papa Leone XIV. Il collegamento passa per don Antonio Dotti, parroco di Quartirolo a Carpi e direttore del Centro missionario diocesano e coinvolge don José Marcial Carranza Delgado, della prelatura di Chota, e attuale rettore del seminario di Chiclayo. "Ho conosciuto don Josè perché per due estati è venuto ad aiutarmi quando ero parroco a Limidi e lui studiava a Roma. Poi io stesso sono andato da lui in Perù", racconta don Antonio che la sera dell’elezione di Papa Leone XIV ha ricevuto una telefonata da don Josè: "Era molto felice, mi ha detto che nel seminario di Chiclayo stavano facendo festa per il Papa.

Io sono davvero molto contento di questa elezione perché ho conosciuto in Perù, appunto attraverso l’amico don Josè, la testimonianza dei vescovi agostiniani all’annuncio del Vangelo e con esso allo sviluppo delle comunità.

Il popolo peruviano è custode della gioia della fede. Se Papa Leone ha salutato in castigliano la sua diocesi peruviana, Chiclayo, vuol dire che nel cuore ha questa gioia e questo amore".

Don Josè ricorda tanti momenti con l’attuale Papa: "Abbiamo celebrato insieme delle liturgie, pranzato insieme, parlato tante volte. Al tempo io ero in una diocesi vicina e andavo da lui con il mio vescovo. Adesso sono rettore del seminario dove lui stava ed è tornato a trovarci, magari in occasione delle ordinazioni sacerdotali. Con me ci sono tanti sacerdoti che hanno operato al suo fianco in quegli anni e ricordano tanti aneddoti, tra cui anche le partite a tennis! Ricordo nella preghiera la diocesi di Carpi e spero che don Antonio torni presto a trovarci!".

Alberto Greco

e Maria Silvia Cabri