La Francescana di Bottura si rifà il look e riapre «C’è aria di primavera»

Lo chef pluristellato: «La nuova stagione rende visibile ciò che è invisibile Noi vogliamo comunicarlo attraverso l’arte, la cultura e i nostri piatti»

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L’esperienza culinaria perfetta non è soltanto fonte di godimento per il palato, ma un’avventura sensoriale e visiva capace di raccontare ciò che ci circonda, dalle materie prime eccellenti all’impiattamento elegante, dal sapore che si trasforma in ricordo all’ambiente che dialoga con l’arte e la contemporaneità. L’Osteria Francescana dello chef Massimo Bottura sa narrare una storia che coniuga la miscela sapiente degli ingredienti al valore vitale della cultura.

E anche il nuovissimo look del celebre ristorante in via Stella 22, va nella direzione di stupire ed emozionare i clienti che quotidianamente arrivano da ogni parte del mondo per assaporare creazioni uniche.

E’ lo stesso Bottura ad accoglierci nel suo universo per presentarci l’evoluzione ‘stagionale’ della Francescana, capace coi suoi arredi (autentiche opere d’arte) e la filosofia del suo creatore di fare dimenticare il freddo e la nebbia della Pianura Padana.

Il 2020 del ristorante ai vertici delle classifiche gourmet mondiali, riparte proprio nel segno dell’inverno che cede il passo alla primavera, dando vita a un concept unico e immersivo, che ti accompagna dall’ingresso fino al tavolo.

E mentre la brigata dello chef tristellato Michelin lavora ai fornelli, Bottura ci travolge con la sua contagiosa energia.

«Il messaggio che vogliamo dare è che l’inverno sta finendo e la primavera rinasce dentro la nostra anima, dentro la nostra squadra e nel nostro gruppo. La nuova stagione rende visibile l’invisibile e noi lo comunichiamo attraverso l’arte e i piatti».

Lo chef indica una scultura umana a grandezza naturale, realistica e strabiliante: una ragazzotta della working class americana un po’ goffa, che seduta sfoglia una rivista con l’aria indifferente. Ai suoi piedi, a mo’ di mercatino, sono esposti cappelli, borse e indumenti di ogni tipo.

«È Rose, un’opera dell’americano Duane Hanson che era al museo di Berlino. Racconta - spiega Bottura - delle persone invisibili che incontri per strada, ma di cui ignori la loro esistenza perché le dai per scontate. Ecco, la vita non va mai data per scontata, la vita va cavalcata per trovare la forza di creare sempre qualcosa di nuovo. Solo così puoi dare senso all’esistenza».

Davanti ai nostri occhi iniziano ad apparire farfalle, uccelli e margherite, impresse sia sugli arredi e la tappezzeria che nei quadri, elementi giocosi e colori caldi.

Intanto, sotto i nostri piedi la moquette passa dai toni freddi a quelli variegati e luminosi in un tripudio di fiori meravigliosi. «Sono tutti soggetti che simboleggiano la rinascita, parte integrante del progetto creato per noi dal designer olandese Marcel Wanders - continua lo chef della Francescana -. Queste sedie con la farfalla, per esempio, sono ricamate a mano in seta e sono frutto della nostra collaborazione con Gucci».

Bottura ci fa notare altre chicche, tra cui un quadro realizzato con delle gomme da masticare e uno psichedelico ‘spin painting’ di Damien Hirst, che lo chef definisce «strepitoso per come fa scivolare e mischia i colori».

Nella sala da pranzo che da lì a breve accoglierà i clienti della Francescana, l’arte ci circonda a 360 gradi, così come gli esempi sorprendenti di Pop Art ben incarnati dalle margherite sorridenti, opera del giapponese Takashi Murakami.

La sensazione di bellezza è ubriacante.

Infine, c’è spazio pure per un talento modenese come Giuliano Della Casa: «Vedete quel fiore nudo che lascia cadere i suoi petali? Può capitare anche a noi come esseri umani - confida lo chef prima di salutarci -. Se non hai la primavera dentro te stesso i tuoi petali cadranno ogni volta.

Se ti perdi nella quotidianità avrai sempre l’inverno nel cuore, mentre se dai spazio alla primavera i tuoi petali saranno splendenti e troverai la felicità lungo il tuo cammino, superando ogni avversità. E’ quello che proviamo a fare qui alla Francescana: servire i nostri piatti in un luogo pieno di gioia».