
Il piccolo libro di poesie di Luca Ispani ‘Abitare il silenzio’ (2022) sembra fatto apposta per stare dentro una tasca. Sembra pensato per essere comodo da portare in giro, mentre si cammina su un crinale dell’Appennino o lungo gli argini selvaggi di un canale nella Bassa. Comodo e pratico da custodire e tirar fuori quando più serve. Durante una sosta sotto un bel castagno secolare, in mezzo a un bosco, oppure con le gambe ciondoloni su un dirupo a contemplare un tramonto. E farsi ispirare e cullare da questi versi così profondi e semplici. Una dote veramente preziosa, che rende le poesie di Ispani adatte a tutti e, nello stesso tempo, capaci di sprigionare forza, energia e autenticità. Se si sta pensando di salire in vetta al Cimone, il consiglio è di portarsi dietro questo libro perché contiene più di una poesia per celebrare l’occasione, una volta arrivati alla mèta. Sempre che la mèta sia arrivare in cima… Vale lo stesso se si ha in programma una biciclettata lungo il Panaro a Nonantola. Molte delle 57 poesie contenute nel volumetto edito dalla piccola casa editrice molisana ’Round Midnight’, infatti, sono dedicate a luoghi ‘simbolo’ delle nostre terre. Anzi, costituiscono in effetti un viaggio emozionale e intimo che plana, delicato, dalla montagna fino alla pianura più profonda. Sono una vera e propria ’geografia poetica’. Che rincorre la voce del silenzio, sempre più spesso difficile da sentire. Eppure, come suggerisce Ispani (1979), che è cresciuto tra Modena e Monfestino, questa voce va ascoltata. ’Ho attraversato un filo d’erba in giardino come fosse una foresta. Ho fatto un respiro profondo ho chiuso gli occhi ho respirato piano. Non posso fare altro lo so ma un minuto di pace e qualche secondo di meraviglia a guardare il cielo mi serve come la fila per un boccone di pane’.
Questa rubrica è realizzata grazie ai suggerimenti della Libreria Incontri di Sassuolo.
Matteo Giannacco