Il fioranese Stefano Serri raccoglie positivi giudizi per le sue fatiche letterarie, stavolta a livello nazionale grazie all’apprezzata cura e traduzione di ‘La guerra di Troia non si farà’, dramma scritto da Jean Giraudoux nel 1935 e tornato in libreria per le edizioni di Robin.
E’ il frutto del lavoro svolto sulla propria scrittura, da quella degli esordi, che Serri definisce “costruita, ricercata, volutamente difficile (quasi iniziatica) a una scrittura più attenta alla trasparenza e alla leggerezza. Il passaggio è stato lungo, legato a molte letture, a molti tentativi, fallimenti, correzioni”.
Fioranese dalla nascita (1980), ha studiato infermieristica all’Università di Modena, si è laureato in discipline teatrali all’Università di Bologna ed ha seguito un Master in ‘Comunicazione in ambito sanitario’ alla facoltà di Psicologia di Parma, oltre all’esperienza per lui fondamentale del gruppo di Infermieristica Teatrale, "che riunisce professionisti sanitari e non - spiega Serri - con lo scopo di riscoprire, anche attraverso il teatro e le sue tecniche, l’importanza di prendersi cura di sé prima di potersi prendere cura degli altri. E imparare che, oltre alla scienza medica, bisogna maturare un’arte assistenziale".
"Lavoravo in una CRA del nostro distretto – racconta Serri - a marzo mi sono ammalato sul lavoro di Covid-19, restando per più di due mesi in isolamento, che ho potuto per fortuna trascorrere a casa,. Al momento, lavoro nella rete organizzativa dei tamponi dell’Ausl di Modena, ma la malattia ha lasciato il segno e non sono riuscito a tornare al 100% quello di prima. La scrittura sa essere esigente e chiedere energie che, dopo una giornata di lavoro, non riesci a darle, e ti rimane un senso amaro, di tradimento quasi, come di un rito non celebrato. Altre volte, è la scrittura stessa che libera energia, e che rende meno pesante il lavoro quotidiano. A volte il ‘richiamo della foresta’ dell’arte emerge con così tanta forza da svegliarti di notte, ma poi è necessaria la lucidità del giorno per ripensare tutto. A volte scrittura e lavoro si bilanciano, a volte si contrastano; facile non è, ma ne vale la pena".
Visti i risultati, senz’altro. Esordisce con il romanzo ‘Combattimento di due amori’ nel 2005, seguito dalla raccolta di poesia del 2007: ‘Una mistica delusione’ e poi altre 15 opere fino al più recente romanzo: ‘Adamo e Adamo’ del 2020. Nel frattempo inizia a curare e tradurre opere dal primo ‘Il paese nudo’ di Ernest Pepin del 2013 al più recente ‘Jules Verne – Adolphe d’Ennery. I viaggi a teatro’ del 2020.
Traduttore, poeta, romanziere sempre legato alla sua terra: “Io sono provinciale – spiega Serri – nell’accezione di osservatore distaccato che, lontano dai fremiti caotici dei centri culturali, può meglio osservare e descrivere la realtà".
Alberto Venturi