«La legge deve restare al passo con i tempi»

UNO dei nuovi reati introdotti nel codice penale con l’entrata in vigore del cosiddetto Codice rosso (che tutela le vittime di violenza di genere) si chiama «diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti». Si tratta della criminalizzazione del fenomeno conosciuto con il controverso neologismo Revenge porn, nato nel mondo inglese per indicare la divulgazione non consensuale, dettata da finalità vendicative, di immagini intime raffiguranti l’ex partner.

E’ STATO il senatore modenese di Forza Italia Enrico Aimi uno dei primi promotori di un progetto di legge organico in materia: «Ci siamo accorti, e se ne è accorta anche la società civile – dice Aimi – che il nostro codice aveva una grande lacuna. Il diritto è ‘vivo’ e deve stare al passo coi tempi per questo era stringente l’esigenza di sanzionare questo reato, il Revenge porn, con pene ad hoc. Prima infatti si procedeva per diffamazione o stalking. Oggi, abbiamo invece una nuova fattispecie di reato che prevede aggravanti specifiche. – aggiunge il senatore Aimi – Non dimentichiamo che con un clic si può distruggere la vita di una persona. Ecco perché si prevede il diritto all’oblio, ovvero la possibilità - con la querela di parte che può essere presentata entro 6 mesi - di arrivare al sequestro delle immagini intime diffuse per vendetta, anche se spesso è difficile eliminarle completamente dalla rete».

Il 16 luglio 2019 il Senato italiano ha approvato la legge con 197 voti favorevoli e 47 astensioni e nessun contrario. Ad agosto è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale.

val. b.