"La legge è un trauma, ma salva la vita"

Lo psicoterapeuta Massimo Recalcati, protagonista di una lezione magistrale a Carpi: "Ne abbiamo avuto la prova durante la pandemia"

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"La legge ci dice: tu non sei tutto. In termini clinici il ‘voler essere tutto’ è perversione, deificarsi o diventare bestia e sopprimere l’umano. Ne abbiamo un esempio nel cuore dell’Europa e quando l’uomo insegue la sua deificazione perde la sua libertà". E’ un serrato scambio di domande e risposte quello che anima la conferenza stampa in cui lo psicoterapeuta Massimo Recalcati ieri ha presentato la sua lezione dedicata al ‘Trauma della legge’, rispondendo alle domande dei giornalisti sull’attualità, con riferimenti da Putin alla pandemia. Nella sua lezione Recalcati parla del "trauma benefico della legge, del limite che non mortifica ma è vita", come la pandemia, esempio richiamato più volte dallo psicoterapeuta, in cui la legge ha salvato la vita, "a costo della riduzione dei diritti individuali". E se le leggi sono ingiuste? "Non esiste una legge scorporata dalla responsabilità. Come Abramo che risponde al Signore: eccomi, quando gli viene chiesto di uccidere il figlio. La responsabilità è quel segreto di Abramo, nessuno può prendere il mio posto nella scelta", ha risposto lo psicoterapeuta.

E di conoscenza come requisito fondamentale della giustizia si è parlato anche ieri pomeriggio nel dibattito al San Filippo Neri organizzato nell’ambito del Festival Filosofia.

"Riteniamo indispensabile che le donne conoscano per avere giustizia e farsi giustizia, siano messe in grado, attraverso consulenze, informazioni rese appunto dai notai una formazione per superare e vincere soprusi a cui spesso sono sottoposte – afferma Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del notariato – Teniamo presente che in Italia 40mila donne sono prive di un conto corrente, quindi di un’autonomia patrimoniale. Le denunce da parte di donne vittime di violenza di genere sono in aumento anche nel nostro territorio". Il presidente del tribunale, Pasquale Liccardo ha fatto presente come sia il settore civile che quello penale rispondano tempestivamente alle domande di cautela, di anticipazione di quelli che possono essere gli esiti di un eventuale giudizio. "Abbiamo una misura anticipatoria a settimana che viene richiesta e anche nel settore civile nei primi sei mesi abbiamo avuto 34 misure cautelari richieste e accordate dal giudice del penale. Il tribunale risponde tendenzialmente nelle 24 ore. Sia l’ufficio gip e gup che per quanto riguarda la sezione civile sono fortemente impegnati nel dare una risposta immediata alle istanze di giustizia, anche economica. Penso che gli strumenti ci siano tutti ma non è possibile prevedere la follia".

Valentina Reggiani