"La Luna, trilogia nostalgica"

"La Luna, trilogia nostalgica"

"La Luna, trilogia nostalgica"

di Matteo Giannacco

Una saga familiare in tre volumi, intrecciata alla storia d’Italia. Tra la Lunigiana, l’Appennino e Modena, attraversando i turbolenti anni Trenta del Novecento e fino a metà degli anni Sessanta. Un racconto particolare, dove accanto ai protagonisti in carne ed ossa aleggiano ombre e spiriti antichi che abitano castelli, ponti e borghi di queste terre di confine. Il primo capitolo della trilogia, è ’La valle della luna’ edito da Porto Seguro. L’autore, emergente, è il modenese d’adozione Lido Barani (foto), alla solida età di 76 anni. Dopo una vita passata nelle più importanti fabbriche modenesi di automobili, Maserati, Ferrari, De Tommaso, Barani è approdato alla scrittura un po’ per caso. Appassionato maratoneta, ha girato il mondo correndo. Poi si è fermato, come Forrest Gump, e ha deciso di scavare nel suo passato e fissare sulla pagina le avventure e i turbamenti che hanno accompagnato la sua storia. Protagonista del romanzo è il suo alter ego Ginetto, un bambino che racconta la sua infanzia e adolescenza in un’Italia che, dall’avventura scellerata delle campagne coloniali, passa dentro le devastazioni della seconda guerra mondiale e si affaccia agli anni del boom economico. "Ho iniziato a scrivere – racconta Barani – cercando di ritrovare la mia infanzia, per ricordare un mondo scomparso che ho avuto la fortuna di incontrare. Un passato che mi segue ancora". Il racconto del bambino si intreccia a quello di Vittorio, soldato disertore che torna dalla Somalia, a piedi, e si nasconde affrontando pericoli e peripezie. Barani, la storia è autobiografica?

"Sì. Ci sono molti fatti, persone e luoghi reali, anche se alcune cose sono frutto della mia fantasia. Il romanzo vuole essere un inno a queste terre magiche". Un racconto ‘sognante’ dell’adolescenza e dell’infanzia perdute.

"Diciamo che sono alla ricerca di una verità che forse non ho ancora trovato. La nostalgia, per ragioni anagrafiche, è un sentimento che amo. A 17 anni, con la morte improvvisa di mio padre, ho dovuto caricarmi di responsabilità importanti. Credo sia per questo che sono passato dal voler crescere in fretta al non voler crescere affatto". Come è arrivato sotto la Ghirlandina?

"Ho iniziato a venire a Modena a 8 anni perché ci viveva una zia, poi finita la terza media mi sono trasferito per lavoro e ho preso il diploma alle scuole serali di disegnatore tecnico. Sono rimasto fino alla morte di mio papà, quando sono dovuto rientrare ad Aulla, dove mia madre e mia nonna erano rimaste sole. Poi sono tornato grazie all’amore… perché nel frattempo avevo conosciuto mia moglie".

Quando saranno pubblicati gli altri volumi?

"Il secondo è finito, lo sta correggendo la professoressa modenese Michela Mattei che desidero ringraziare. L’uscita è prevista ad aprile. Il terzo invece lo sto ultimando".

La foto di copertina ha un significato particolare?

"Sì, è una immagine del paese fantasma che si trova inabissato sotto il lago di Vagli. Si dice che a volte, ascoltando bene, si possano ancora sentire suonare le campane della chiesa. È così che mi succede. Mi fermo e ascolto. E le storie arrivano. Sento qualcosa che mi gira attorno, come quando davanti al falò il fumo ci segue, e non capiamo il perché".