La Mascherata rievoca il carnevale Estense

Domani sera al cortile del Leccio canzoni, balletti e scherzi per rivivere l’atmosfera di festa del periodo rinascimentale

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"Semel in anno licet insanire", una volta all’anno è lecito fare follie. Lo scrissero gli autori classici Seneca, Orazio, perfino Sant’Agostino.

Nei secoli il motto è divenuto la frase simbolo del periodo di carnevale, quando ognuno può lasciarsi andare, anche al di là della ‘maschera’ che indossa ogni giorno.

Nel periodo del ducato estense, fra Cinque e Seicento, esistevano rigidi protocolli sociali, legati anche all’educazione religiosa o alle gerarchie civili, ma nel periodo del carnevale tutti potevano godere di maggiore libertà, svincolandosi dai ruoli quotidiani per poter godere di qualche attimo di spensieratezza ed allegria.

Nei banchetti e nelle feste si poteva fare e dire di tutto, anche grazie ai travestimenti e alle maschere che toglievano ogni remora: quindi, c’era campo libero per i paradossi, gli scherzi, e naturalmente i doppi sensi anche osceni.

Tutto questo rivivrà con simpatia nella originale "Mascherata Estense" che il Festival musicale "Grandezze & Meraviglie" proporrà domani alle 21 nel cortile del Leccio, cuore del Complesso San Paolo, in pieno centro città . Villanelle, canzonette e balletti ci porteranno a spasso nel tempo, insieme all’Ensemble Dramatodia e al gruppo I Musicali Affetti, con la direzione di Fabio Missaggia, e la regia e i costumi di Alberto Allegrezza. Sono stati recuperati vivaci mottetti e scherzi di cui furono autori sia il ‘nostro’ Orazio Vecchi, musicista di fama, che il persicetano Giulio Cesare Croce, autore delle celebri storie di Bertoldo e Bertoldino. Entrambi nacquero nel 1550 e morirono nel primo decennio del Seicento, per cui interpretano il gusto di un preciso periodo storico. E che potremo rivivere in questa particolare proposta del festival di musica antica, giunto alle sua 25ª edizione.

s. m.