"La mia opera d’arte su Dante vandalizzata"

Spilamberto, nel mirino un’installazione di Alice Padovani esposta nel parco di Rocca Rangoni: "Settimane fa messaggi di odio sui social"

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Nell’anno delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del poeta Dante Alighieri, padre della lingua italiana, viene vandalizzata a Spilamberto un’opera a lui dedicata e ispirata proprio alla sua opera più celebre: la Divina Commedia.

Alla fine della scorsa settimana, è stata infatti danneggiata in diverse parti l’installazione dell’artista modenese Alice Padovani che si trova nel parco di Rocca Rangoni e che si intitola ’Lo sguardo sospeso Li occhi pur qua giù al fondo’. Descrivendola molto banalmente, si tratta di un ’cubo’ di 3 metri per 3, realizzato con 72 gabbie di proprietà del Comune, che fino a qualche anno fa erano utilizzate per rinchiudere gli animali durante la tradizionale Fiera di San Giovanni. Da quando gli animali da esposizione sono stati spostati nel parco di Rocca Rangoni durante la fiera e quindi non sono stati più contenuti in gabbie, queste ultime erano rimaste inutilizzate. Alice Padovani, con molta originalità, è riuscita a recuperarle e a dare loro una seconda vita, del tutto alternativa a un previsto smaltimento.

La sua opera ’Lo sguardo sospeso Li occhi pur qua giù al fondo’, che utilizza appunto le 72 gabbie, ognuna delle quali è suddivisa in 3 parti, che a sua volta contengono l’immagine di un occhio umano (quindi 216 occhi), è stata infatti già esposta ed ammirata (senza alcun problema di vandalismo) lo scorso mese di giugno in una mostra collettiva di artisti a Milano, nel prestigioso parco di CityLife, per un evento in onore di Dante. "A inizio luglio – racconta poi la stessa Padovani – avevo smontato la mia opera e l’avevo rimontata a Spilamberto. Era peraltro una sorta di ’ritorno a casa’, visto che le gabbie che la compongono giacevano inutilizzate nel magazzino comunale. Era un’opera prestata al Comune e quindi messa a disposizione della comunità, fino a data da destinarsi. Tuttavia, ho appreso che alla fine della scorsa settimana sono state danneggiate una dozzina delle gabbie che la compongono. Non so se questo episodio è da ricollegarsi ai messaggi di odio che sono circolati nei commenti Facebook sul profilo del Comune, quando a inizio mese era stata annunciata la posa della mia installazione. Sta di fatto che quando accadono cose del genere ci si rimane davvero male, perché ho già avuto varie esperienze di esposizioni in spazi pubblici, e mai era accaduto qualcosa di simile. Oggi, farò comunque denuncia dell’accaduto ai carabinieri".

Alice Padovani, che tra l’altro a ottobre esporrà opere addirittura alla Reggia di Caserta e nella prestigiosa galleria milanese di Anna D’Ambrosio, non si arrende alla violenza subita. "Ne parlerò con l’amministrazione comunale – conclude – ma la mia idea sarebbe comunque quella di lasciare l’opera così com’è, spiegando com’era prima e com’è ora, per fare riflettere anche sulla società odierna e l’odio che cova".

Marco Pederzoli