La nostalgia per la Modena degli anni ’50

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Gentile lettore,

come premessa diciamo subito che è abbastanza comune definire un’età dell’oro, l’epoca in cui avevamo vent’anni. Si dice che si prova nostalgia per quel periodo, quando in realtà la nostalgia l’abbiamo nei confronti della giovinezza. In realtà ogni epoca ha avuto momenti esaltanti ed altri più difficili, compresi gli anni ’50, che si possono dividere grosso modo in due parti. Ci sono i primi anni ’50, con la città che mostrava ancora i segni dei bombardamenti e soprattutto soffriva di una povertà accentuata dalla guerra. In questi casi si dice “avevamo poco, ma eravamo felici“, ma anche allora c’erano tensioni sociali forti (sfociate nell’eccidio delle fonderie), disoccupazione e forte emigrazione all’estero per cercare un futuro che evidentemente qui non c’era. Poi, verso la fine del decennio, finalmente la crescita: il villaggio artigiano, gli operai disoccupati che si mettevano in proprio, la crescita dei distretti industriali. Il boom economico era in arrivo, con il benessere che iniziava ad essere più diffuso. Ma chi il benessere l’ha fatto crescere ha lavorato sodo, forse a malapena si è accorto che le condizioni di vita stavano migliorando. A beneficiarne sono stati quelli della generazione successiva. Insomma, ogni epoca ha i propri alti e bassi. M l’effetto nostalgia getta sempre una luce positiva.