La pandemia ha aggravato la situazione

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Loris

Vessali*

Il recente rapporto di ’Transcrime’ dell’Università Cattolica di Milano certifica la rapida espansione e pericolosità sociale delle cosiddette baby gang. Si evidenzia un fenomeno variegato e complesso, con tipologie di gruppi diverse tra loro e giovani dediti a crimini e azioni anti-sociali eterogenee. Esistono tuttavia alcuni fattori comuni a coloro che appartengono a tali gruppi, quali condizioni socio-economiche svantaggiate, situazioni familiari problematiche, difficoltà di relazione con i pari e scolastiche. La pandemia ha probabilmente aggravato ulteriormente la situazione, andando a peggiorare le condizioni dei più fragili, facendo esplodere una situazione già di per sé difficile. In tutto questo, un ruolo rilevante è giocato dai social network, dove i giovani cercano visibilità e realizzazione sociale, andando a creare fenomeni di emulazione e accettazione di dinamiche violente tra i pari, dunque accelerando sempre di più il fenomeno. Come sostenuto anche nel rapporto di Transcrime, è necessario che le istituzioni facciano "rete": dal momento che i fattori che contribuiscono alla devianza sono vari, occorre coinvolgere le istituzioni che se ne occupano, che vanno oltre le forze di polizia, per abbracciare ad esempio il sistema educativo e sportivo. Tale rete consentirebbe di agire lungo più direttrici. Anzitutto "recupero", identificando i gruppi e gli specifici motivi che li muovono, dunque gettando già le basi per un potenziale recupero. In secondo luogo, "prevenzione", fondamentale laddove il fenomeno si espanda velocemente, trovando consensi o comunque scarsa opposizione in tanti giovani. Occorre agire a livello scolastico e ricreativo per andare a contrastare la cultura dell’illegalità con una cultura giovanile che al contrario sia stanca di essere etichettata in maniera negativa a causa di pochi cattivi esempi e si faccia invece portavoce di valori positivi e di un "vecchio" modo di intendere le relazioni e il rispetto degli altri.

*Docente Psicologia sociale Unimore