
La pediatra Scalera
Modena, 30 giugno 2025 – Il caso relativo alla pediatra Scalera, che ha pubblicamente dichiarato di essere stata di fatto pensionata d’ufficio senza alcuna considerazione per la sua richiesta di proseguire l’attività e, anzi, che la comunicazione di tale decisione sia stata data prima ai pazienti è, secondo Luca Negrini di Fratelli d’Italia, "molto grave". L’Ausl infatti – secondo quanto dichiarato dalla stessa pediatra – ha inviato comunicazione del pensionamento ai pazienti senza prima aver fornito alcuna risposta alla richiesta della dottoressa stessa, che aveva manifestato la volontà di proseguire il servizio oltre il limite di età, come previsto dal Decreto Milleproroghe. Un atteggiamento che non condividiamo – dice Negrini – e per il quale presenteremo un’interrogazione volta a chiarire perché si sia proceduto in questo modo, ignorando non solo una possibilità prevista dalla legge, ma anche il rispetto dovuto a oltre trent’anni di servizio svolti dalla dottoressa Scalera a beneficio della collettività. Dal nostro punto di vista – prosegue il capogruppo – data la disponibilità della dottoressa a rimanere in servizio, avrebbe dovuto prevalere il buon senso e l’interesse della città. Parliamo di oltre 1.300 pazienti che da anni hanno instaurato con lei un rapporto di fiducia e che apprezzano il suo operato. Pazienti che, nonostante la sua disponibilità a continuare, si trovano oggi costretti a una scelta obbligata: una situazione che avrebbe potuto e dovuto essere evitata. A nostro avviso, vista la profonda e duratura esperienza e la comprovata professionalità della dottoressa Scalera è necessario rivedere questa decisione. Parliamo di una pediatra - commenta il capogruppo - che rappresenta da anni un punto di riferimento per la città, al punto da continuare a ricevere richieste da parte di neo-genitori. A maggior ragione, di fronte alla sua disponibilità a rimanere in servizio, ci si aspetterebbe che l’Ausl applicasse quanto previsto dal Decreto Milleproroghe, a beneficio sia della dottoressa che delle tante famiglie che oggi restano ferme nella convinzione della propria scelta. Siamo davanti al tipico caso in cui si complicano affari semplici, con l’effetto di danneggiare la città. Se un medico è disponibile a continuare a lavorare, se la legge lo consente e se oltre mille pazienti sono soddisfatti del suo operato, non si comprende davvero perché, ancora una volta, si debba arrivare a complicare ciò che dovrebbe essere naturale e di buon senso. Pertanto, riteniamo profondamente irrispettosa la modalità con cui l’Ausl di Modena ha gestito questa vicenda. Un comportamento che rappresenta una mancanza di rispetto verso la dottoressa, la sua lunga carriera e la sua professionalità, e che interviene in modo grave nel rapporto fiduciario tra medico e paziente: così facendo si rischia persino di far apparire la professionista come disinteressata al punto da non comunicare personalmente ai suoi pazienti la conclusione del proprio servizio. "La dottoressa Scalera – conclude Negrini – segue da anni tantissimi bambini, con cui ha instaurato un rapporto di fiducia reciproca, grazie a una capacità professionale che l’ha portata a essere oggi una delle pediatre più richieste in città".