Modena, 21 agoston 2024 – Il ritorno in aula si avvcina. Ma il ritornello, per moltissime matricole e non, sembra suonare sempre la stessa, incessante, melodia: "Caro affitto, quanto mi costi?".
Una corsa, quella alla ricerca di un alloggio, che si presenta per lo più come uno "slalom" tra cifre esorbitanti, esigenze e mancate risposte, che infiammano così le preoccupazioni dei giovani che, nella città della Ghirlandina, vorrebbero gettare i semi della loro carriera universitaria.
"Gli affitti sono sempre più cari e questo trend, purtroppo, continua a impennarsi. Se soltanto due anni fa avevamo stimato 420 euro per una stanza, oggi il prezzo medio si aggira intorno ai 470 euro, utenze escluse – confida Giammarco Fabiano, coordinatore di Udu Modena-Reggio Emilia – e non parliamo per forza di camere spaziose: alcune hanno posto soltanto per il letto e poco più.
La maggior parte degli studenti arriva da altre città o regioni, e cinquecento euro d’affitto per una stanza – è evidente – sono cifre che mettono in seria difficoltà ben più di uno studente. Bisogna infatti tenere conto di tutte le spese che un fuorisede deve sostenere, come il rientro a casa, le bollette, la spesa o anche soltanto l’aspetto sociale e ricreativo, imprescindibile nella vita di ognuno di noi. Eppure i prezzi continuano ad alzarsi, lievitano di anno in anno e più ci si avvicina al centro più i costi si impennano: le criticità non sono poche".
Sotto la Ghirlandina, infatti, gli universitari sembrano chiedere un’inversione di rotta. "Le case sono poche e la questione dei b&b va affrontata con grande serietà.
Bisogna prendere una scelta – continua Fabiano – perché è vero, il turismo porta sicuramente delle entrate alla città, ma perlopiù in certi periodi dell’anno e per poco tempo: poi i visitatori ripartono. Uno studente al contrario, se si trasferisce a Modena, vive la città a trecentosessanta gradi e per molto più tempo: capisco che non si possa mettere in campo un cambiamento drastico all’improvviso, ma servirebbe di certo più equilibrio fra le due cose".
Infine, sviscerando il tema in ogni sua particolarità, "non bisogna dimenticare un altro aspetto importante – ricorda il coordinatore Udu – e cioè la socialità. Mi spiego: se uno studente vive fuori città perché non è riuscito a trovare un affitto accessibile a Modena, deve comunque avere garantita la possibilità di raggiungere il centro storico anche la sera, poter incontrarsi con gli altri e animare quelle zone della città. Sono aspetti cruciali, da non dimenticare".
Settembre però si avvicina con un passo sempre più rapido e non tutti hanno ancora trovato una soluzione.
"Le preoccupazioni riguardo gli affitti non sono poche – conferma Alex Falcone, presidente Direzione Università e vice presidente della Conferenza degli studenti – dove i prezzi continuano a essere sempre più elevati: ci sono casi in cui si sfiorano anche seicento euro per una stanza, ed è una follia.
Ci sono studenti che decidono anche per questo motivo di non frequentare le lezioni e rimanere a vivere nella loro regione d’origine, per poi andare a Modena soltanto nel momento in cui devono sostenere gli esami. Chi arriva qui in Erasmus, poi, fa il doppio della fatica: in tanti preferiscono non affittare a persone che si fermano sul territorio soltanto per qualche mese. Bisogna cambiare rotta: servirebbero dei contributi per gli studenti, affinché queste problematiche possano diminuire velocemente".
Una soluzione che sembra essere sicuramente gradita è quella rappresentata dagli studentati, "come ad esempio quello di Sant’Eufemia. È ovvio, però, che la città non possa rispondere a tutte le esigenze soltanto attraverso questo metodo – conclude Fabiano – bisogna dunque aprire un dialogo concreto con il privato, per trovare soluzioni che possano offrire benefici e che vadano incontro allo stesso tempo anche agli studenti. Tutti meritano di frequentare l’Università dove vogliono, non soltanto dove possono".