«La revoca di Cavallini a rischio illegittimità»

Esposto dell’ex amministratore unico. Il Pd incalza: «Sgp nel caos, vogliamo sapere i motivi esatti della sua improvvisa destituzione»

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Con la nomina del nuovo amministratore di Sgp il Comune rischia di esporsi a scenari incerti e di illegittimità dal punto di vista giuridico: sarebbe stato necessario fare infatti un avviso pubblico per consentire un numero ampio di partecipanti alla carica.

Se fino ad oggi la difesa si limitava alle dichiarazioni sulla stampa, adesso l’ex amministratore unico Corrado Cavallini disarcionato dalla guida della partecipata (ai vertici c’è ora Claudio Morselli) parte formalmente al contrattacco. Ha inviato infatti a sindaco, giunta e consiglieri comunale un esposto-interpello per avvertire che l’avvicendamento potrebbe trasformarsi in un boomerang per il Comune. Nel testo si contesta «che non sono stati rispettati gli indirizzi generali per le nomine e designazioni di rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni. E tra l’altro non è stata rispettata la regola per cui una revoca deve essere preceduta da una contestazione scritta e motivata secondo il rito della delibera approvata dal Consiglio comunale», stabiliti proprio quando fu istituita Sgp. Vale a dire, che, secondo la ricostruzione proposta da Cavallini ai destinatari dell’esposto, il Comune avrebbe dovuto pubblicare un avviso per assicurare «un adeguato numero di aspiranti tra cui procedere a un confronto selettivo e infine alla designazione». Inoltre, «gli indirizzi impongono una procedimentalizzazione delle operazioni di nomina e revoca dei candidati che nel caso di specie non è stata rispettata».

L’esposto appello è un cartellino giallo che in questo caso l’ex amministratore unico sventola davanti alle istituzioni per metterle in guardia da un passaggio giuridico ritenuto non del tutto lineare e per assicurare la legittimità giuridica delle scelte del Comune per evitare che abbiano effetti negativi sul concordato nei prossimi anni. È l’antipasto che precede un vero e proprio ricorso giuridico? Lo vedremo nelle prossime settimane. Un braccio di ferro che riguarderà anche la questione compenso: secondo il Comune, sebbene il contratto di Cavallini scada ad aprile, Cavallini nel momento in cui non ricopre più l’incarico non ha diritto all’indennità residua dei prossimi quattro mesi. Vale a dire circa 10mila euro lordi. Il sindaco Menani, dopo l’assemblea del 7 gennaio nella quale è stata decisa la revoca di Cavallini, ha spiegato che «era venuto meno il rapporto di fiducia», senza però aggiungere altro.

Sull’appello-esposto interviene il gruppo consiliare del Pd: «Cosa sta succedendo in Sgp? Nessuno lo sa, ma la situazione inizia a preoccupare. Dopo anni virtuosi di risanamento della società patrimoniale del Comune, la Lega e il centrodestra vogliono forse rimettere le mani nelle tasche dei cittadini facendo altri debiti? Non lo sappiamo. Quello di certo è che questa giunta si pensa al di sopra delle regole decise in consiglio comunale». L’esposto inviato a tutti i consiglieri comunali da Cavallini, proseguono i Dem, «conferma i dubbi che avevamo sulla legittimità e la trasparenza dell’operazione che ha fatto la giunta, revocando prima della scadenza il suo incarico. Chiederemo spiegazioni: vogliamo sapere i motivi precisi della revoca, vogliamo sapere su quali presupposti la giunta è sicura di non dover sostenere dei costi aggiuntivi per questa operazione (e noi siamo sicuri che invece questi costi ci saranno, nonostante quello che dice la giunta), vogliamo sapere insomma quale è il vero fine di tutta questa operazione. Valuteremo se avviare anche altre azioni a difesa degli interessi del Comune e dei suoi cittadini».

Gianpaolo Annese