GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

La rivoluzione di Seta : "Comune e Provincia prendano il controllo"

La Corte dei conti: devono essere i soci pubblici a guidare la governance. Zanca: "Smentito il modello teorizzato da Muzzarelli e da Bologna" .

La Corte dei conti: devono essere i soci pubblici a guidare la governance. Zanca: "Smentito il modello teorizzato da Muzzarelli e da Bologna" .

La Corte dei conti: devono essere i soci pubblici a guidare la governance. Zanca: "Smentito il modello teorizzato da Muzzarelli e da Bologna" .

"Non possono esserci dubbi sulla riconduzione di Seta nella categoria delle società a controllo pubblico". Corte dei conti lapidaria sulla natura dell’azienda di trasporto pubblico modenese, destinata verosimilmente a essere sussunta nella super società regionale in vista della gara europea. Ieri abbiamo dato conto della tirata d’orecchi della magistratura contabile ai Comuni e alle Province di Modena e Reggio: fino a ora non hanno esercitato il pieno controllo gestionale pur disponendo del 51%, insieme al Comune e alla Provincia di Piacenza.

Per i magistrati, che hanno passato in rassegna le società partecipate modenesi al 31 dicembre 2023, sono i soci pubblici che dovrebbero esprimere la figura di governo della società (l’amministratore delegato) e avere saldamente in mano le redini sui temi chiave degli organi amministrativi e di controllo e, soprattutto, della gestione del personale.

Il colpo di piccone dei magistrati della Corte investe l’intero modello gestionale di Seta avallato dall’amministrazione Muzzarelli, dalla Regione, dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna. A pagina 21 il Collegio guidato dal presidente Marcovalerio Pozzato indica la strada della ripartenza: i soci pubblici Modena, Reggio e Piacenza devono dare vita a un’alleanza attraverso un patto parasociale, che rimetterebbe nelle loro mani il pieno governo della società e del servizio, fin qui eterodiretto dalla (bolognese) Tper. La cui estraneità al controllo pubblico, in virtù del prestito obbligazionario assunto sulla Borsa di Dublino, è stata ritenuta del tutto infondata, mentre Regione e Comune di Bologna avevano sostenuto il contrario nelle lettere spedite all’allora sindaco Gian Carlo Muzzarelli.

Il nodo non è solo di carattere burocratico nel momento in cui – a proposito della futura super società regionale di cui si parla in vista della gara per l’affidamento del servizio nel 2026 – sarà importante capire se i Comuni entreranno a pieno titolo nella sala di comando per assumere le decisioni più importanti, per esempio sui turni del personale, costo del biglietto, frequenza degli orari e delle corse. "La Corte dei conti – fa presente l’assessore alle Partecipate Paolo Zanca – ha deciso di mettere la parola ‘fine’ a questo tira e molla dando un’indicazione perentoria sulla necessità che i soci pubblici di Seta si riuniscano in un patto di sindacato. L’attuale governance di Seta non corrisponde alle leggi, ci dice la magistratura contabile. È una smentita a quanto sostenuto fin’ora dal Comune di Bologna e dalla Regione, e dallo stesso Comune di Modena nel 2021 quando sindaco era Muzzarelli. Voglio ricordare che quando è stato presentato il piano industriale l’amministratore delegato di Seta, nominato da Tper ha chiesto ai componenti del Consiglio l’obbligo di riservatezza, richiesta inconcepibile per una società a totale partecipazione pubblica".

Quanto alla futura maxi società, Zanca allarga le braccia: "Si parla di bando nel 2026, ma non abbiamo certezze né sui tempi, né sugli indirizzi della Regione sulla futura società. Il progetto è sparito dai radar, sappiamo solo dell’affidamento di un incarico esterno come consulenza: ciascuno dovrà muoversi per proprio conto? La Regione batta un colpo e ci faccia sapere".

Nel caso di stallo il rischio è triplice. Primo, la magistratura potrebbe chiamare a rispondere gli amministratori che nel frattempo non si sono adeguati. Secondo, una governance incerta potrebbe produrre l’arrivo di un Papa straniero, cioè una società bene agguerrita in grado di soffiare il servizio di trasporto a Seta e ai modenesi. O di impostare un ricorso – ed è il terzo punto – per azzoppare Seta che non si è organizzata secondo la legge.