La sfida di Fausto, da trapiantato a pellegrino

Fiumalbo, dopo l’operazione al femore, Coppi ha percorso 136 chilometri a piedi fino al Santuario della Madonna della Guardia

La sfida di Fausto, da trapiantato a pellegrino

La sfida di Fausto, da trapiantato a pellegrino

Si è conclusa positivamente una nuova impresa del fiumalbino Fausto Coppi che dall’Appennino Modenese è giunto a piedi al Santuario della Madonna della Guardia al Passo della Cisa (sul crinale tosco-emiliano tra Parma e Massa Carrara). Fausto ha percorso i 136 chilometri di distanza in quattro giorni, misura notevole per un settantenne reduce da un trapianto osseo del femore. ‘Per grazia ricevuta’ nove anni dopo il trapianto nel 1993 era andato in bici da Fiumalbo al Santuario di S.Antonio a Padova, ripetendo il tragitto ma a piedi nel 2021. Lo scorso anno giunse al santuario della Madonna della Corona (Verona) dopo ben 250 km a piedi e i ripidi 2.500 scalini finali. A fine anno giunse anche alla Madonna di san Luca a Bologna.

Quest’anno ha scelto un altro significativo luogo, il santuario della Madonna della Guardia che sorge al Passo della Cisa (a 1040 metri) sul confine ovest del crinale tosco-emiliano. ‘Anche questa volta ce l’ho fatta – ha detto domenica all’arrivo – e sono tanto felice del risultato. Ogni pellegrinaggio che porto a conclusione a piedi mi fa sentire più forte, non solo fisicamente ma anche spiritualmente, quindi non mi fermerò! Intanto ringrazio di cuore tutti coloro che ad ogni viaggio mi sostengono moralmente nel cammino con tantissimi messaggi di incoraggiamento’. Il cammino per il passo della Cisa è stato effettuato da Fausto per lo più come i vecchi pellegrini, su strade secondarie di montagna un po’ di giorno ed un po’ di notte, coi cibi offerti dalla natura e giacigli di fortuna lungo il percorso. Coppi da ragazzo non aveva seguito le orme del suo omonimo campione ciclistico, preferendo la corsa podistica tanto che gli fu dato il soprannome del mezzofondista campione dell’epoca Fiasconaro, che tuttora gli è rimasto. Ma il tumore che a trent’anni lo colpì ad una gamba fece temere non solo per la sua capacità di correre ma per la sua stessa vita. Nel 1992 per un tumore osseo subì il trapianto di parte del femore e del ginocchio della gamba destra, da un ignoto donatore. Guarito, dopo varie operazioni e periodi inattivi, riuscì ad esaudire il desiderio di andare in bici ad accendere un cero a Sant’Antonio nella basilica di Padova. ‘Dopo quella brutta malattia che mi colpì -dice Fausto- non ho più potuto correre, così cammino sempre molto e solitamente faccio spesso dai 16-18 e anche 20 km al giorno.’ Fausto dunque, dopo quindici interventi e alcuni dolori persistenti, sta ancora bene. ‘Ma dico a tutti -si appella- di non essere egoisti, di diventare donatori di organi. Io ho ricevuto una donazione che mi ha davvero ridato la vita, quindi il vostro gesto ridarà la speranza ad altri che ne hanno vitale bisogno.’

Giuliano Pasquesi