Dalla settimana di Ferragosto è iniziato lo stacco dei primi grappoli d’uva bianca per le basi spumante, come il nostro moscato. "Nelle prossime settimane seguiranno le altre uve" dice Renzo Pelliciari, viticoltore di Rovereto di Novi, dal maggio di quest’anno presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia-Romagna.
Pelliciari la vendemmia, dunque, è partita con anticipo?
"Diciamo che quest’anno siamo una settimana in anticipo su tutti i fronti. Lo scorso anno si è iniziato, invece, dopo Ferragosto".
E cosa vi attendete dalla produzione?
"Si stima un aumento della produzione del 10% rispetto al 2022 e 2023 che furono scarse, segnando un calo del 10% sotto la media degli ultimi cinque anni. Quest’anno da molte parti si confida sarà un’annata normale, circa un 10-12% superiore all’anno scorso tornando ai valori di riferimento dell’ultimo periodo".
Che cosa ha inciso sul risultato atteso?
"Questo è dovuto fondamentalmente alla piovosità di primavera in quanto abbiamo avuto l’acqua giusta nel momento giusto, che ha consentito di ripristinare le falde acquifere. Poi a giugno è iniziata la bella stagione con una buona riserva idrica nel sottosuolo che ha favorito lo sviluppo della vegetazione e dell’uva. C’era l’incognita del mese di agosto per il possibile eccessivo caldo. Con caldo eccessivo l’uva diventa rossa ma non raggiunge la maturazione necessaria quanto a grado zuccherino e acidità al suo interno".
Quali le principali produzioni modenesi?
"Innanzitutto, i lambruschi che sono di tre tipi: il Salamino diffuso nella zona nord della provincia da Carpi verso Concordia; il Sorbara prodotto tra Cortile, San Prospero e una parte di Soliera; poi il Grasparossa che parte da Formigine andando verso la collina fino a una altezza di 400 metri. Stessa cosa per il Pignoletto altro uvaggio a bacca bianca. Infine, ci sono altre produzioni di nicchia come il Moscato. Ma, la quota largamente maggioritaria è rappresentata dai lambruschi (75% della produzione modenese), seguita a distanza dal Pignoletto (15%) e, infine, gli altri uvaggi minori".
Ci ha detto del conferimento di uve moscato. Per le altre uve quali saranno i tempi?
"Per quanto riguarda i lambruschi abbiamo idee ancora incerte. Si è cominciato ieri a fare curve di maturazione nelle campagne e solo nel fine settimana sapremo come siamo messi. Finora ci si è basati sul colore, ma ora occorre andare sulla sostanza".
Si è parlato nei giorni scorsi di danni ai raccolti per il maltempo. I vigneti ne hanno patito? "Alcuni vigneti hanno avuto inizi di danni con la caduta di filari o per piante abbattutesi su alcuni impianti, ma appezzamenti completamente abbattuti non ne abbiamo avuti e non influiranno sui quantitativi finali, poiché si tratta di episodi circoscritti". Quindi, si può dire che siete sereni?
"Abbiamo avuto a macchia di leopardo attacchi per malattie fungine come la peronospera, dovuta alla eccezionalità dell’ambiente esterno che ne ha favorito la diffusione, nonostante i trattamenti preventivi fatti in primavera. Abbiamo, invece, una criticità emersa in particolare nei mesi di luglio e agosto relativa a due malattie che ci stanno un po’ tartassando. Preoccupa in special modo la flavescenza dorata, che si sta diffondendo a 1 o 2 chilometri dalle aste fluviali e che dal Po negli ultimi 10 anni sta progredendo verso Modena, risalendo in direzione Appennini".