LA VICENDA

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PER il giudice non ci sono dubbi: Pasquale Concas ha ucciso Arietta Mata dopo averla rapinata, simulando poi un incidente.

E’ stato condannato in abbreviato a ventiquattro anni di carcere il 51enne sardo, accusato di aver ucciso la giovane prostituta ungherese la notte del 21 gennaio dello scorso anno, a Castelfranco. Il verdetto è arrivato ieri mattina alle 9. Il pm Katia Marino aveva chiesto per Concas una pena di ventisei anni, tenendo conto anche della recidiva: l’imputato era già stato condannato in passato per l’omicidio di un’anziana, nel lontano 1994, ad Olbia. La donna venne sgozzata dopo un drink col proprio assassino. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla squadra mobile, il sardo sarebbe a tutti gli effetti un assassino seriale. Un uomo che, per procurarsi denaro, uccide senza alcuna pietà le proprie vittime tentando poi di inscenare - come per Arietta e l’anziana uccisa a Olbia - una disgrazia oppure un rogo. La difesa dell’uomo promette però battaglia, ritenendo insussistenti le prove a carico dell’imputato.

Non è così per la pubblica accusa e per il giudice che vedono in Concas l’unico responsabile della morte della giovane lucciola; già vittima - prima di essere uccisa da quello che riteneva un cliente fidato - di sfruttamento e sevizie da parte di protettori violenti e spietati: una banda di albanesi ora in attesa di giudizio. Il corpo martoriato della ragazza fu trovato la mattina del 21 gennaio sui binari; fu un macchinista a dare l’allarme. Inizialmente si pensò ad un incidente: la salma della ragazza, 24 anni, era stata travolta dal convoglio. Ma le indagini condotte dagli uomini della mobile, diretti all’epoca da Marcello Castello, raccontarono un’altra verità. L’esame autoptico rivelò come la donna fosse morta strangolata prima del passaggio del convoglio e come l’assassino, con tutta probabilità, le avesse anche provocato lesioni al capo, sbattedole la testa sui binari. Concas venne raggiunto dai poliziotti nella sua abitazione di Montale, dove viveva da circa tre anni. Aveva cercato di ‘pulire’ la fedina penale lavorando come magazziniere al Nordiconad. Il movente dell’atroce delitto sarebbe da ricercare nell’avidità associata al desiderio di denaro dell’imputato che, prima di uccidere la vittima, l’avrebbe rapinata di 700 euro. Soldi poi ‘bruciati’ alle slot. Pasquale Concas, però, si è sempre dichiarato innocente, affermando di aver fatto salire Arietta, quella notte, sulla sua auto, solo per farla scaldare visto il freddo pungente. «Poi, dopo circa quindici minuti, l’ho accompagnata a lavorare, lasciandola nei pressi dell’Obi e me ne sono andato», dichiarò in aula. «La notte mi sento solo; non riesco a dormire e per questo motivo giro per la città in cerca di compagnia. Arietta l’avevo vista due volte – disse – ma non ho avuto con lei rapporti e non l’ho pagata. Come con le altre ci parlavo di musica o guardavo video. Qualche volta con le ragazze andavo a cena». Concas uscì dal carcere nel 2015 dopo aver scontato una pena di 21 anni per aver appunto rapinato e ammazzato un’anziana nel lontano 1994 a Sassari. Loredana Gottardi venne massacrata a coltellate nella sua casa di via Veronese e, anche in quell’occasione, il 51enne tentò di inscenare un tragico incidente domestico, appiccando il fuoco.