L’acetaia del Calvi rinata due volte Il mosto travasato ora è salvo

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È sopravvissuta prima al sisma e poi alla pandemia, ovvero gli eventi che hanno segnato, in momenti diversi dell’ultimo decennio, la storia di Finale Emilia. Oggi l’acetaia dell’istituto agrario ’Ignazio Calvi’ è tornata di nuovo in salute dopo aver rischiato, per la seconda volta, di disperdere il valore contenuto nelle due batterie di botti che la compongono. Nella mattinata di martedì l’Associazione Esperti Degustatori di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. è tornata con una propria delegazione al ’Calvi’ dopo due anni per compiere l’operazione dei travasi del mosto, fondamentale affinché il procedimento di invecchiamento possa proseguire in modo corretto. Nel biennio precedente, infatti, era stato impossibile per i soci dell’AED, da sempre vicina all’istituto agrario finalese nella gestione dell’acetaia, poter accedere al sottotetto e alle batterie a causa delle stringenti regole di accesso alla scuola collegate alla pandemia Covid-19.

"Essendo sceso molto il livello del mosto, il legno si era seccato tanto che una volta riempito iniziava a perdere in modo abbastanza evidente – spiega Mario Gambigliani Zoccoli, presidente dell’AED e del Consorzio Produttori Antiche Acetaie – infatti in una batteria, assieme agli studenti, abbiamo dovuto tirare i cerchi di una botte per porre rimedio alla situazione. Abbiamo comunque prelevato un ottimo aceto balsamico che la scuola utilizzerà per i propri omaggi natalizi, per il mercato contadino e per compensare coloro che collaborano con l’istituto. Siamo riusciti a effettuare i travasi recuperando la doppia evaporazione che c’era stata nello scorso biennio".