REDAZIONE MODENA

L’Ateneo guarda al futuro. Oltre 50 milioni reinvestiti tra ricerca e infrastrutture

Presentato il primo bilancio di sostenibilità: inclusione e attenzione all’ambiente. Risparmiate 88mila bottigliette d’acqua, obiettivo fonti rinnovabili nelle sedi.

La presentazione del primo bilancio di sostenibilità di Unimore

La presentazione del primo bilancio di sostenibilità di Unimore

E’ un team tecnico scientifico tutto al femminile, guidato dalla professoressa Grazia Ghermandi, che ha ufficializzato il primo ‘Bilancio di Sostenibilità’ di UNIMORE; riferendosi al 2023 certifica l’impegno dell’Ateneo in quanto a tutela dell’ambiente e welfare oltre a ’misurare’ l’impatto sul territorio e sulla comunità accademica. Parliamo di oltre 270 milioni di euro gestiti nel 2023 (204 provengono da contributi pubblici e privati e 64 da entrate proprie) con una crescita del 44 % rispetto al 2022 di valore economico ’trattenuto’ (53,5 milioni di euro) ovvero reinvestito in ricerca, didattica e infrastrutture. Spicca, in particolare, il dato sulle borse di studio e sostegno agli studenti (quasi 50 milioni, 48,9 per l’esattezza). "Questo resoconto, che a breve sarà fruibile sul sito di Unimore, è frutto dell’impegno dei docenti e degli operatori che si sono impegnati per fotografare capillarmente la situazione dell’università inerente ai 17 ’goal’ dello sviluppo sostenibile, parte dell’Agenda 2030 in termini di sostenibilità ambientale e sociale", commenta il rettore Carlo Adolfo Porro.

Nell’anno accademico 2022/2023 Unimore ha offerto 92 corsi di laurea (erano 82 nel 2020), tra cui 40 corsi magistrali, oltre a 17 dottorati di ricerca e 49 scuole di specializzazione.

Il corpo studentesco supera le 28.000 unità con una prevalenza femminile del 54%.

Nel bilancio, approvato dagli organi accademici, entra anche una ’fotografia’ del patrimonio edilizio che comprende più di 60 edifici tra Modena, Reggio Emilia, Carpi e Mantova con nuovi progetti per 7 milioni. L’operazione ’trasparenza’ (al termine di un articolato percorso durato oltre un anno) è nata con un "questionario, sottoposto a docenti e studenti, sulla soddisfazione e i punti di interesse dei singoli soggetti in ambito di sostenibilità", racconta la prof.ssa Daniela Quaglino delegata alla ’Programmazione’. "In base alle risposte abbiamo costruito l’indice del bilancio che ha incluso tematiche ‘green’ come la modernizzazione degli impianti e delle strutture, il riciclo e la differenziazione dei rifiuti e tematiche sociali come la fruibilità degli impianti e tematiche di genere, con l’Università che è attiva in quanto a inclusione, lotta alla discriminazione e supporto psicologico". "Un esempio dell’impegno sul concreto – argomenta la professoressa Grazia Ghermandi – è il risparmio stimato di 88mila bottigliette di plastica solo nel 2023 grazie al progetto ’Unimore plastic-free’, avviato nel 2021 per incoraggiare gli studenti a utilizzare borracce riutilizzabili". Se in quanto a essere ‘proiettata verso il futuro’ Unimore si conferma un’eccellenza, con – sempre dal bilancio – una soddisfazione degli studenti che supera l’85% e un tasso di occupazione al primo anno dopo la laurea del 96%, anche in termini ‘strutturali’ si stanno facendo passi in avanti. Il prof Paolo Tartarini, delegato alle ‘Problematiche Energetiche e di Edilizia dell’Ateneo’ fa presente che "riguardo le decine di edifici che compongono l’Ateneo è nostra intenzione arrivare, nel medio termine, all’indipendenza energetica. Questo significa avvalersi di pannelli solari e tecnologie moderne per attrezzare e isolare gli impianti, abbandonare il carburante in favore dell’elettricità verde e sostenibile e modernizzare o sostituire le strutture obsolete (e non di valore storico), come sta succedendo per la facoltà di Scienze biologiche, che ‘rinascerà’ in una nuova e moderna sede". L’impegno nel progetto e nell’attività di raccolta dati dell’Università di Modena e Reggio Emilia è stato riconosciuto come pionieristico e di valore dalla stessa Unione Europea, che ne ha già invitato i responsabili a Bruxelles per raccontare la loro storia.

"L’impegno dell’Ateneo a seguire le linee guida europee sull’Agenda 2030 è un riflesso della volontà dello stesso di continuare ad essere competitivo e al passo coi tempi", conclude il rettore Porro. "Ma è anche un messaggio di restituzione e dialogo con il territorio. I benefici dello sperimentare e attuare politiche sostenibili coinvolgono direttamente studenti, pendolari e ricercatori, ma influenzano anche l’intera comunità. L’impegno di Unimore non è solo quello di ‘dare’ (mezzi, sapere, spazi) ma anche ‘restituire’ al territorio in termini di benessere, sottolineando ancora di più il valore pubblico dell’Ateneo".