’Laura soffriva, era senza speranze’ Marito libero in attesa di processo

Delitto a Vignola: per il giudice non c’è il pericolo di fuga o inquinamento prove. La difesa chiede una perizia psichiatrica

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E’ stato convalidato l’arresto del pensionato 73enne Franco Cioni, reo confesso dell’omicidio della moglie Laura Amidei, avvenuto mercoledì all’alba nella camera da letto della loro abitazione di via Degli Esposti, a Vignola. L’anziano, accusato di omicidio volontario, però, resta libero in attesa del processo. Il giudice Scarpa infatti ha ritenuto non sussistessero le esigenze cautelari nei confronti del 73enne posto ai domiciliari presso parenti subito dopo l’arresto. Il pm Mazzei, titolare del fascicolo, aveva invece richiesto la misura cautelare dei domiciliari per il rischio di inquinamento delle prove. Rischio che il giudice ha ritenuto non sussistere al pari di quello della fuga o di reiterazione del reato. L’uomo, particolarmente provato, è stato interrogato dal giudice alla presenza del proprio legale Simone Bonfante. Cioni ha ribadito quanto aveva già dichiarato ai militari intervenuti dopo la sua chiamata: ovvero di aver soffocato nel sonno la moglie non riuscendo più a sopportare di vederla soffrire così tanto a causa di quella malattia oncologica diagnosticata nel 2016 che aveva portato soprattutto di recente ad un peggioramento delle sue condizioni cliniche e fisiche. Il 73enne si è soffermato sul fatto che in questi anni aveva sempre accudito e seguito la vittima con amore e da solo. "Mi sono sempre prodigato per lei – ha dichiarato scosso – nonostante avesse costante bisogno di assistenza sono sempre stato al suo fianco e l’ho fatto volentieri, con amore". Dall’interrogatorio sarebbe emerso come il terribile delitto sia maturato nella mente dell’uomo all’improvviso, durante la notte ma non vi sarebbe stata premeditazione. Laura Amidei era uscita da poco dall’ospedale e il pensionato ha spiegato come provasse una sofferenza terribile nel vederla deperire giorno dopo giorno, "sapendo però che non aveva speranze". Il legale dell’uomo ha avanzato richiesta di consulenza psichiatrica per il proprio assistito al fine di valutare se fosse ‘lucido’ e totalmente capace di intendere e volere mentre uccideva la moglie, compagna di una vita. "Come difesa posso dirmi soddisfatto, dal momento che il giudice Scarpa ha accolto la richiesta, rimettendo in liberà il mio assistito – ha concluso l’avvocato Bonfante – Cioni ha potuto rientrare a casa ed è libero in attesa del processo".

Lunedì la procura conferirà l’incarico ai periti per eseguire l’autopsia sulla salma della vittima.

Valentina Reggiani