VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Lavorano in nero nella sartoria . Blitz dei carabinieri a Cognento. Scoperti in otto senza contratto

Si tratta di immigrati clandestini: nei guai è finita una 60enne per sfruttamento e intermediazione illecita. Denunciato anche un ragazzo di 21 anni. Multe per più di 130mila euro e sequestro del laboratorio.

Sono intervenuti i carabinieri

Sono intervenuti i carabinieri

Quando i carabinieri sono entrati all’interno del laboratorio tessile, hanno sorpreso otto lavoratori intenti a ‘produrre’ pur essendo clandestini, pur in assenza di qualsivoglia contratto e in condizioni di sfruttamento. È quanto hanno scoperto i carabinieri di Modena, insieme ai colleghi dell’ispettorato del lavoro nell’ambito di un blitz andato in scena lo scorso 21 maggio in un edificio di Cognento. In manette, per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, violazione delle disposizioni contro le immigrazioni clandestine, impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno è finita una 60enne di origine cinese che, di fatto, era a capo del laboratorio in questione.

L’arresto in flagranza è scattato appunto all’esito dell’ispezione nell’edificio dove sono stati individuati otto cittadini cinesi impiegati come manodopera lavorativa, in assenza di contratti di lavoro e in condizioni di sfruttamento. Dagli accertamenti immediatamente eseguiti sotto il coordinamento della Procura, che hanno incluso l’escussione dei lavoratori e le operazioni di fotosegnalamento, è emerso che l’indagata è risultata la conduttrice di fatto del laboratorio, nonché colei che, a partire da novembre 2024 aveva impiegato gli otto operai in modo irregolare, senza alcuna sottoscrizione contrattuale e con retribuzioni inferiori ai minimi di legge. Sei lavoratori sono risultati clandestini e sono stati denunciati per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Nei loro confronti è stato notificato il provvedimento di espulsione emesso dal Questore. Nei guai per gli stessi reati contestati alla 60enne anche un ragazzo di 21 anni, titolare formale della ditta individuale intestataria dell’attività produttiva.

L’attività è stata sospesa e sono state elevate sanzioni amministrative e ammende per più di 130mila euro. Essendo l’arrestata incensurata, il pm ha chiesto al Gip la convalida dell’arresto senza l’applicazione di misure cautelari e disponendone l’immediata liberazione. L’arresto è stato convalidato e il giudice ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell’immobile adibito a laboratorio, del valore di circa 400mila euro. Allo stesso sono stati apposti i sigilli. Il provvedimento è stato pertanto esteso a 26 macchinari del valore di 50mila euro utilizzati dagli operai e su centinaia di capi di vestiario già confezionati del valore complessivo di quasi 350mila euro. Il decreto, emesso su richiesta dalla Procura della Repubblica ha la finalità di evitare che la libera disponibilità del locale e di quanto contenuto potesse favorire la reiterazione di reati. I due risponderanno inoltre di numerose violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.