Carpi, trova lavoro, ma l'Inps le versa il sussidio di disoccupazione

Ogni mese le arrivano sul conto 850 euro. L’ente: non sappiamo che farci, deve attendere i controlli

Valentina Cervi, vittima di un incubo kafkiano della burocrazia

Valentina Cervi, vittima di un incubo kafkiano della burocrazia

Carpi (Modena), 23 novembre 2017 - «Una storia di ordinaria burocrazia italiana». Con queste laconiche parole Valentina Cervi descrive la surreale situazione che sta vivendo da inizio estate, quando l’Inps ha iniziato a versarle mensilmente 850 euro di disoccupazione. Peccato che lei un lavoro ce l’abbia, e pure a tempo indeterminato nel settore della moda. Ha chiesto con forza all’Istituto di bloccare subito i bonifici e di poter restituire al più presto i soldi. Ma la risposta l’ha lasciata di stucco: al momento non è possibile, bisogna aspettare (perlomeno) mesi. Ma quelle entrate rischiano ora di farle perdere tempo e denaro.

Sta vivendo in prima persona quello che Honoré de Balzac definiva ‘un gigantesco meccanismo azionato da pigmei’...

«Esattamente. Mi pare di essere entrata in un tortuoso labirinto nel quale è impossibile trovare una via d’uscita. Ma intanto rischio di rimetterci pesantemente».

In che senso?

«Se entro dicembre non mi permetteranno di restituire quanto versato per errore, dovrò fare due cud: questo significa che mi salirà il reddito e perderanno valore gli assegni familiari per mia figlia. E poi dovrò prendere dei permessi dal lavoro per recarmi nei vari uffici alla difficile ricerca di una soluzione».

Quando si è accorta che qualcosa non andava?

«In estate ho controllato il conto che tengo aperto su una banca. E ho visto i versamenti dell’Inps con un codice numero incomprensibile. Essendo stata in cig per diverso tempo, e dovendo ricevere ancora diversi arretrati, non mi sono allarmata. Ma poi ho visto che i bonifici continuavano e ho quindi verificato sul sito dell’Istituto cosa stava succedendo».

E cosa ha scoperto?

«Che risulto in disoccupazione, con tanto di numero di protocollo. Peccato che io non abbia mai presentato domanda. Pensi che non so neppure come si fa».

Ha chiesto spiegazioni?

«Certo, ma la risposta dell’Inps mi ha disarmato. Riconoscono che c’è un errore e che quei soldi non mi spettano. Ma non sanno cosa farci».

Quando ha ricevuto l’ultimo versamento?

«La settimana scorsa, a testimonianza che quello che mi hanno detto è vero: al momento è impossibile bloccare la cieca macchina della burocrazia».

Le hanno spiegato da cosa è scaturito l’errore?

«Non lo sanno. Nel 2016 ho iniziato un nuovo lavoro e a maggio ho firmato un contratto a tempo indeterminato. Per non sbagliare ho fatto tutto tramite patronato e commercialista. E nessuno ha mai presentato domanda per la disoccupazione».

Ha chiesto di restituire il denaro?

«Certo, ma mi è stato risposto che non è possibile farlo. Devo prima aspettare che l’Inps esegua tutti i controlli, quindi può passare anche un anno. E intanto...».

Intanto?

«Magari quei soldi spettano a un disoccupato che li attende invano da mesi e deve mantenere una famiglia con figli. Se ne sentono troppe di vicende simili. E così oltre alla rabbia mi sento pure in colpa per una situazione che non ho creato io, ma alla quale non riesco a trovare una via d’uscita».