Legami fragili di una società alienante

Migration

Milena

Casalini*

Tra dati allarmanti e politiche deficitarie, il fenomeno baby gang presenta segnali che vanno decodificati in modo competente, per un contrasto efficace. Occorre partire da una definizione: gruppo composto da minorenni (11-18 anni) che si aggregano in un territorio diventando visibili e percepiti come causa di insicurezza per i loro comportamenti aggressivi che costituiscono un reato espressivo e rispecchiano un bisogno di affermazione e appartenenza. Non si identificano con il cyberbullismo, le gang di teppisti o la microcriminalità ma hanno forti collegamenti con i disagi minorili che ne sono concausa in una società in difficoltà.La lettura sociologica del sistema evidenzia i legami fragili di una società fluida e alienante. Alla costante incertezza, le collettività hanno reagito con l’iperattivismo, la velocità per il timore di rimanere indietro, la sensazione di impotenza a fronteggiare la malattia, a mantenere un lavoro, gli studi, una relazione. Questo costante rincorrere obiettivi incerti genera rabbia e conflitto quale reazione allo squarcio di instabilità che si è delineato. La speranza nella ripresa è ostacolato dall’assenza di prospettiva. Non si conosce un termine alle macrocrisi in atto e ciò aumenta frustrazione, rabbia, alienazione. Nel rapporto intergenerazionale si evidenzia la riduzione dei modelli di riferimento autorevoli (famiglia, istituzioni, regole civili). Il sistema etico-valoriale è profondamente cambiato e sono la fama e la notorietà i valori in ascesa, da raggiungere ad ogni costo, magari con un like. La violenza (come codice di comportamento) è collocata tra le mode sociali e l’emulazione via web la sviluppa nella collettività con estrema efficacia.

*Sociologa della Salute