L’emancipazione va in bici: "Pedalando sono rinata"

Ruta, lituana di 32 anni, ha partecipato al corso promosso da ’Ero straniero’: "Dipendevo dal mio compagno, ora sono autonoma nel gestire i miei bimbi".

L’emancipazione va in bici:  "Pedalando sono rinata"
L’emancipazione va in bici: "Pedalando sono rinata"

Bicicletta come mezzo di emancipazione e simbolo di autonomia. Ha preso avvio ieri pomeriggio la quarta edizione di ‘Donne a Pedali’, il progetto d’inclusione femminile (e da quest’anno anche maschile) sulle due ruote promosso da ‘Ero Straniero’. Sono dieci quest’anno le iscritte, di varie nazionalità, anche italiane, che parteciperanno alle sei lezioni alla palestra VeloSport (via Don Minzoni 1, presso l’area dell’ex Foro Boario). "Ogni partecipante – spiega la referente del progetto, Zoe Corradi – è assistita da un volontario ciclista (di FIAB, del Circolo Velo Sport e di ‘EroStraniero’)" Fondamentale, nel percorso, la consulenza della Polizia Locale dell’Unione delle Terre d’Argine: ieri, durante la lezione inaugurale la vice comandante Daniela Tangerini, ha fornito informazioni e suggerimenti rispetto agli obblighi previsti dal Codice della Strada. Tra gli obiettivi del progetto, oltre ovviamente a imparare ad andare in bici da sole fruendo delle ciclabili, essere autonome, acquistando o riacquistando fiducia in se stesse, come racconta Ruta, 32 anni, della Lituania, che ha seguito il corso nel 2020.

Ruta, perché ha scelto di partecipare a ‘Donne a Pedali’? "Stavo vivendo un momento non semplice della mia vita: avevo finito la relazione con un uomo e mi sono resa conto di quanto fossi dipendente da lui. Ho deciso di crescere da sola i miei tre figli piccoli (oggi 9, 8 e 6 anni, ndr) e ho sentito il bisogno di riprendermi la mia autonomia: non ricordavo più come si andava in bicicletta e non mi sentivo sicura ad andare in strada. Così alcune amiche italiane mi hanno indicato questo progetto: mi sono subito iscritta e ho partecipato con grande entusiasmo".

Com’è stato l’approccio?

"I volontari sono bravissimi e pazienti, sempre con il sorriso. Abbiamo iniziato per gradi, dalla teoria alla pratica, con sempre accanto una persona che ci supportava. E’ stata una bellissima esperienza, ho rimparato ad andare in bicicletta e sono stata molto fiera di me stessa, era un primo passo importante dopo quello che avevo passato. Al termine del corso un volontario mi ha regalato una bicicletta e mi hanno anche donato un buono da spendere a Recuperandia per prendere una due ruote usata. Adesso sto cercando di insegnare ai miei figli ad andare in bicicletta".

Le ha dato più fiducia in se stessa questa esperienza?

"Si e ho continuato a frequentare i corsi di ‘Ero Straniero’: da qualche mese seguo quello di cucito. Sono senza lavoro e il mio sogno è sempre stato diventare una sarta. Avevo cercato dei corsi privati ma erano troppo costosi per me: quando ho scoperto quello di ‘Ero Straniero’ è stata una vera gioia.

Questo mi permette anche di fare nuove amicizie. Sono progetti molto inclusivi".

Prossimo obiettivo?

"Prendere la patente! Un volontario della Casa del Volontariato mi sta aiutando nella preparazione dell’esame di teoria. Spero entro l’anno di dare la teoria e poi passare alla parte pratica. Avere la patente mi aiuterebbe non solo nella gestione dei miei tre figli, ma anche per il lavoro, perché potrei avere più possibilità di trovarne uno anche fuori Carpi".

Maria Silvia Cabri