Leo Ortolani si racconta al San Rocco di Carpi "Noi fumettisti oggi viviamo un Rinascimento"

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È tra i più affermati e apprezzati fumettisti italiani: Leo Ortolani sarà ospite oggi alle 15.30 in Auditorium San Rocco a Carpi, in occasione della premiazione della 9a edizione di ‘Umoristi a Carpi’, il concorso nazionale di grafica umoristica.

Fumettista: si nasce o si diventa?

"Si nasce, almeno per me, che facevo fumetti già a 4 anni. Ma immagino che qualcuno lo diventi. È una strada molto faticosa: devi amare ciò che stai diventando".

Cosa significa per lei?

"Essere fumettista significa volere raccontare. Storie, aneddoti, fare una battuta, declamare un punto di vista. Le doti che occorrono sono tante. Soprattutto la curiosità per le cose. Dalla ricerca scientifica al gossip su Al Bano. E lo dico da autore, cioè da fumettista che scrive (sceneggiatore) e disegna le sue storie".

Qual è il suo punto di forza? "Non credo sia semplicemente fare ridere. Forse è mescolare le carte, durante la narrazione e riuscire a spiazzare i lettori. Ma dovreste chiederlo agli altri". Nel 1989 ha sottoposto alla casa editrice Comic Art due storie, una tragica e una comica: com’è andata? e quale era la storia tragica proposta?

"Nel 1989 vinsi come sceneggiatore per la breve storia comica, Rat-Man, nata come parodia di Batman. Ma era una storia secondaria. Accompagnava una storia seria, dal finale a sorpresa, che restò nel cassetto, finché non l’ho riutilizzata per inserirla nel numero 100 di Rat-Man".

Perché ha deciso di non pubblicarlo più?

"Rat-Man è finito. Succede. È la vita. La morte è ciò che dà senso a una vita. Almeno lui l’ha vissuta alla grande. Poi, come personaggio, compare ancora. Nei libri realizzati con l’agenzia spaziale italiana, in mini serie a fumetti di stampo western. Insomma, non è proprio sparito".

Come nasce questa passione per il cinema?

"Il cinema è una forma di narrazione che amo e che trovo molto simile al fumetto. Anche un fumettista deve fare recitare i suoi personaggi".

Sono passati trent’anni dal suo esordio nel mondo del fumetto: trova mutato il mercato?

"Ora i fumetti sono anche in libreria e con una varietà di voci che commuove. Per me è un Rinascimento".

Maria Silvia Cabri